Il prof di Intelligenza artificiale: «Le macchine sono pensanti: momento storico»

Nello Cristianini insegna all’Università di Bath e il 26 maggio presenta a Lugo il suo ultimo libro sull’incontro «tra noi e le nostre creature»

Nello

L’intelligenza artificiale sarà il tema del dialogo tra Matteo Cavezzali e Nello Cristianini, domenica 26 maggio alle 21 al Pavaglione di Lugo, nell’ambito di Scrittura Festival.

Cristianini è professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath, nel Regno Unito, oltre che autore di due libri divulgativi sul tema, entrambi editi da Il Mulino. Il primo si intitola La scorciatoia: come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano, l’ultimo – appena uscito – Machina Sapiens: l’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, fornirà lo spunto per l’incontro.

Cosa insegna un professore di Intelligenza artificiale? Che cos’è l’intelligenza artificiale?
«È la scienza, e l’arte, di costruire meccanismi intelligenti, ovvero agenti autonomi in grado di prendere decisioni e di imparare da soli. Li troviamo dappertutto, da YouTube a TikTok, e anche in Gpt».

Quindi le macchine possono pensare?
«Alan Turing, il fondatore dell’informatica, proponeva di considerare pensanti quelle macchine che fossero in grado di conversare con noi su qualunque argomento senza essere smascherate. Se usiamo il suo criterio, le nuove versioni di ChatGpt probabilmente passano il test, e questo rappresenta un momento storico».

Qual è l’idea centrale del libro che presenterà a Lugo?
«Il Test di Turing – l’idea appunto di poter conversare con una macchina – è stato per decenni il Sacro Graal dell’informatica e lo scorso anno lo abbiamo superato. Questo libro è un racconto, la storia di come abbiamo risolto in pochi anni un problema che ci resisteva da decenni, e di quello che poi è successo nell’incontro tra noi e le nostre creature».

Perché c’é così tanta attenzione politica e mediatica sull’intelligenza artificiale?
«L’ultima versione, Gpt-4o, è in grado di vedere e descrivere a voce quello che vede. Anche le versioni più vecchie erano in grado di passare esami universitari e programmare i computer. Le abilità che stanno emergendo nei nuovi modelli di linguaggio sono certamente utili, ma sono anche poco comprese: mentre insegnavamo alla macchina solamente a predire le parole mancanti, questa è diventata capace di “comprendere” intere frasi, e se spingiamo questo all’estremo, vediamo emergere altre capacità. Non sappiamo cos’altro potrà emergere mentre continuiamo la corsa verso la creazione di modelli sempre più grandi».

La politica, i Governi, dovrebbero regolamentare il settore? Come?
«La nuova legge europea, AI Act, stabilisce dei principi fondamentali. L’idea fondamentale è che diverse applicazioni della stessa tecnologia hanno bisogno di livelli di precauzione diverso: quando deleghiamo alla macchina decisioni che possono cambiare la vita di qualcuno, per esempio offerte di lavoro o concessioni di mutuo, allora si deve essere certi che nessuno sia discriminato. Ci sono altri principi, come la protezione dei dati personali, e dell’autonomia decisionale degli utenti. Siamo agli inizi, ma almeno è una partenza».

Quanto l’hanno sorpresa i suoi studi sull’argomento?
«Lavoro su questo tema da quasi 30 anni, sono professore di AI da 18 anni, e il mondo è davvero cambiato. Mentre prima comprendevamo bene i meccanismi che avevamo creato – per esempio – per tradurre, o per giocare a scacchi, da qualche anno siamo sorpresi da quello che le macchine possono fare. Insomma, anche se le costruiamo noi, poi queste imparano cose nuove. Diceva Turing “non c’e’ bisogno di capire come funziona un seme per farlo germogliare”».

C’è un prima e un dopo, sull’introduzione dell’Ia nel grande pubblico? Penso agli smartphone, ad Alexa…
«Ci sono stati molti momenti, ma penso che la creazione del Web, decenni fa, abbia messo le basi per una rivoluzione che è ancora in corso, solo che all’epoca non si era capito. Allo stesso modo, quello che vediamo oggi con Gpt è la base di qualcosa che ancora non riusciamo a immaginare bene, ma è certo un grande cambiamento».

In quali settori l’intelligenza artificiale si sta rivelando e potrà rivelarsi in futuro maggiormente utile?
«Probabilmente i primi lavori a essere automatizzati saranno quelli dei call center, le ultime versioni di Gpt parlano e capiscono il parlato, possono guardare e comprendere le immagini. Possiamo già immaginare, per esempio, di fare una video-chiamata con un servizio assistenza, mostrando la foto di un oggetto e chiedendo istruzioni per l’uso. Poi nel tempo mi aspetto che inizierà a essere usato in campi sempre più diversi».

E invece alcuni esempi di fallimenti?
«Non è un vero fallimento, ma è bello ricordarsi che oggi le macchine possono dimostrare teoremi, fare diagnosi e vincere a scacchi. Ma non possono ancora rigovernare le camere degli hotel. Questo ci dovrebbe far pensare».

Ce ne sono altri, di settori, in cui sono a rischio posti di lavoro “umano”?
«Certo: le traduzioni automatiche sono ormai di ottima qualità, così come la trascrizione del parlato, quindi è possibile prendere automaticamente gli appunti di un incontro di lavoro e anche farne un riassunto di buona qualità».

Ci sono anche nuovi lavori all’orizzonte, però…
«Ci sarà un intero settore volto a regolamentare e monitorare queste macchine, come si fa oggi con altre industrie».

Qual è il limite che non bisognerebbe superare?
«Nella fretta di delegare loro compiti sempre più importanti, non dovremmo mai dimenticare le persone che si troveranno di fronte alle macchine in momenti importanti della vita, come i colloqui di lavoro o gli esami scolastici. Credo che certe decisioni vadano lasciate agli esseri umani, almeno per ora, nell’interesse della dignità di tutti».

Di cosa dobbiamo avere paura?
«La peggiore paura è quella dell’ignoto. La cura è la conoscenza. Dobbiamo informarci, capire, per poter decidere e difenderci. Possiamo e dobbiamo capire questa tecnologia, e regolamentarla, senza ansia».

I social di Nello Cristianini:
https://www.facebook.com/nello.cristianini.libri
https://www.instagram.com/nello.cristianini.libri

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