«Ho vinto Masterchef nei tre mesi in cui avrei fatto la vendemmia»

Erica e il successo che nasce dalla terra dei genitori: «Orgogliosa di essere un’azdora che studiava di notte. Ora grandi sogni»

«Ho vinto Masterchef usando gli ultimi tre mesi di congedo dal lavoro per maternità che mi ero tenuta per la vendemmia e la raccolta delle pere nei campi della mia famiglia a Conventello con i miei genitori». La vittoria di Erica Liverani, 30enne fisioterapista ravennate, ha le radici nella sua campagna, nel suo orto, nei cappelletti con cui si è presentata e con cui si è guadagnata la finale rivisitandoli, nello sciroppo di Sambuco fatto in casa e usato tra gli ingredienti del menù degustazione, realizzato nella sfida decisiva contro Alida Gotta, per i quattro giudici della quinta edizione del talent show culinario di Sky. Dopo un brindisi al centro sociale Baronio dove ha assistito alla finalissima su un maxischermo con amici, parenti e circa duecento persone, si è fermata per una chiacchierata.

Ha vinto un’azdora?
«Dentro di me c’è un’azdora al 90 percento, sono molto orgogliosa delle mie origini. Vengo da una famiglia di contadini e la mia cucina parte dalla terra e dai suoi prodotti».

Poi a un certo punto la ragazza di campagna decide di andare in tv…
«In realtà mi hanno iscritto due amici a tavola alla fine di una cena fatta un anno fa e si sono divertiti a compilare la domanda online».

Finita tra quelle di altri circa 18mila aspiranti.
«La domanda l’hanno inviata un venerdì sera e il lunedì mi hanno chiamato dalla produzione. La prima selezione è stata al telefono, mezz’ora di domande. Poi sono iniziati i casting: avevo il pettorale 16.100, lo conservo ancora dopo averlo staccato dalla maglia».

In più di un’occasione si è vista una t-shirt del bagno Coco Loco…
«C’è tutta una storia dietro. Quando mi hanno preso ero nel panico e allora sono andata nella cucina del Coco Loco dove ho sempre mangiato da dio e ho chiesto un po’ di consigli al cuoco Federico. Mi sembrava il minimo ringraziarlo con un gesto piccolo come la maglietta».

Nella puntata conclusiva i giudici hanno più volte apprezzato un percorso di crescita avvenuto dal primo live cooking. Da dove viene?
«Dalle notti passate a studiare sui libri durante i tre mesi del programma. Per ogni puntata che si è vista in onda c’era circa una settimana di lavoro tra Mistery, Invention, esterne e Pressure. Alloggiavamo in un residence a Milano e quando finivano le riprese potevamo fare quello che ci pareva, uscire a fare baldoria o stare in camera a studiare. E così ho fatto. Neanche all’università ho studiato così tanto».

Quanti consigli venivano dai giudici durante le prove?
«Pochi. Sono gli errori che fanno lo show…».

Tre mesi lontano da casa?
«Ogni volta che avevo la possibilità tornavo per stare con mia figlia Emma. Non sono rimasta via mai più di quattro-cinque giorni».

Quali sono i progetti ora con il titolo in tasca?
«Ho grandi sogni ma devo studiare per arrivarci. Sono entrata a Masterchef come cuoca amatoriale e sono ancora quello, mica mi monto la testa. Sarebbe come voler costruire case dopo aver giocato con i mattoncini Lego. Devo imparare tante cose perché oggi ne so fare tante ma spesso non so perché mi vengono bene».

Intanto c’è il primo libro di ricette.
«Si chiamerà “In cucina a piccoli passi” con un richiamo anche a mia figlia. Uscirà a breve. Un centinaio di ricette mie, molto semplici seguendo la cucina stagionale come sono sempre stata abituata a casa mia. Ho iniziato a scriverlo due settimane dopo la finale che è stata il 31 luglio. Lo scrivevo di notte quando tornavo a casa dal lavoro da fisioterapista che avevo ripreso e spesso mi ritrovavo a usare un dito sulla tastiera perché tenevo in braccio Emma».

Chi dei quattro giudici sarebbe un buon sous chef?
«Sous chef? Non scherziamo, sarei io ad essere onorata di poter fare anche solo la pelapatate per uno di loro. Per il mio gusto personale mi trovo più vicina alla cucina di Cannavacciuolo. Ma magari fra qualche tempo sarò maturata e apprezzerò di più la cucina di Cracco che invece ho trovato un po’ difficile».

Com’è stato il rapporto con loro?
«Cracco è stato quello più severo con me ma così mi stimolava. Cannavacciuolo invece mi ha rubato il cuore quando ha preso in braccio la bambina nel primo provino. Però in generale rapporti molto distanti, nelle esterne viaggiavano per conto loro e alloggiavano per conto loro».

A chi va la dedica per la vittoria?
«Mia figlia, mio babbo e mia mamma, i miei fratelli, la mia famiglia che è una famiglia allargata e comprende tanti amici. Sono stati tre mesi di sacricifi da cui sono uscita più forte di sicuro».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24