Quattro livelli di esplorazione: quest’anno anche quello estremo. A settembre la trebbiatura
«Per realizzarlo – spiega l’architetto Mattia Missiroli – è necessario partire da un progetto ben definito a computer, che tenga conto sulla planimetria degli ostacoli naturali presenti sul campo quali fossi e pali elettrici. Non va però ostacolata la fantasia, affinché il circuito possa essere avvincente ed allo stesso tempo ne troppo lungo e nemmeno troppo facile. Proprio per questo il nostro labirinto prevede tre diversi gradi di difficoltà e da quest’anno, per i più temerari, un quarto chiamato “estremo”. Poi si passa alla restituzione in campo, per la quale è necessaria molta pazienza e buona volontà, con tracciamenti, fili e picchetti. Il resto lo fa la natura. A settembre si passerà poi alla trebbiatura ed alla vendita della produzione, consentendo al campo un “normale” ciclo produttivo».