Riconosciute per le loro capacità terapeutiche, riabilitative e di prevenzione, le acque delle Terme di Punta Marina contribuiscono a stimolare benessere e piacere all’interno di un contesto accogliente e rilassante. Una tappa fondamentale per le Terme, nate nel 1963 come stabilimento talassoterapico, è stata quella del 15 febbraio 1991, quando – a 42 metri di profondità – è stata trovata un’acqua minerale salsobromoiodica calcica magnesiaca. La scoperta, effettuata in collaborazione con l’Università di Ferrara, ha portato al riconoscimento di efficacia terapeutica da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, per la cura di infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio, osteoarticolare, vascolare e ginecologico. «L’efficacia terapeutica delle acque – spiega il dottor Paolo Antonelli, direttore sanitario delle Terme – risiede nell’alta concentrazione dei sali minerali e del cloruro di sodio, in particolare, che induce una congestione delle mucose e un richiamo di liquidi dagli strati profondi verso quelli superficiali, così da rendere più fluide le secrezioni che risultano quindi più facilmente eliminabili. Il richiamo di liquidi permette anche l’allontanamento dei residui tossici delle infiammazioni e dei germi. Importante è anche l’azione germicida, sedativa e antiallergica di iodio, bromo, calcio e magnesio, l’azione mucoregolatrice dei bicarbonati e la stimolazione del sistema immunitario».
In breve tempo, le Terme di Punta Marina sono diventate un punto di riferimento sul territorio anche per l’attività poliambulatoriale in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, il cui pilastro fondamentale – oltre al centro di cure malattie respiratorie e otoiatriche – è il presidio di medicina fisica e riabilitazione con molteplici trattamenti rieducativi sia in palestra sia in piscina termale. Attività che non è mai venuta meno, anzi si è ulteriormente intensificata durante questi due anni di pandemia.

«In accordo con quanto richiesto dall’Asl di Romagna – aggiunge il dottor Antonelli –, abbiamo lavorato tanto per continuare a erogare prestazioni urgenti e indifferibili. Questa emergenza infatti ha reso ancora più evidente l’importanza della sanità territoriale perché solo così, e non con la concentrazione in strutture centralizzate, si possono soddisfare le crescenti esigenze sanitarie della popolazione senza mai rinunciare alla qualità delle prestazioni. Tutto lo staff medico e paramedico ha lavorato con umiltà, caparbietà e dedizione massima e di questo siamo tutti molto fieri. Le attività si sono sempre svolte nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza richieste: in particolare, abbiamo provveduto a rimodulare spazi e prestazioni con estensioni degli orari di apertura, al fine di garantire l’adeguato distanziamento sociale, peraltro favorito dalla notevole ampiezza della struttura».
Durante la pandemia lo staff medico ha elaborato un “Protocollo riabilitativo” post Covid, di recente riconosciuto dall’Inail. Un protocollo multisettoriale disegnato sulla base delle esigenze di ogni singolo paziente guarito da Covid-19 e dimesso dalla struttura ospedaliera. L’obiettivo, nell’accoglienza dei nuovi pazienti, sarà il recupero del trofismo muscolare e dell’adattamento psicologico, con un’attenzione particolare verso casi più complessi qualora si evidenzi la disfunzione respiratoria e l’affaticamento dopo l’esercizio fisico. Il “Protocollo riabilitativo” è reso possibile grazie alla presenza di piscine di acqua termale calda, di una palestra per attività di gruppo, di aree attrezzate per attività individuali (motorie, respiratorie, cardiocircolatorie, terapia fisica e strumentale), di postazioni per attività singole di ventilazione polmonare medicata e di reparti di cure termali inalatorie.
E non finisce qui, perché le Terme di Punta Marina hanno approfittato della pandemia anche per investire in formazione del personale e in diagnostica per immagini e digitalizzazione, una carta vincente per lo sviluppo dell’attività. Pur in un contesto di crisi economica, la struttura non ha esitato a stanziare fondi per l’acquisto di due nuovi ecografi e per gli aggiornamenti sul sistema di risonanza magnetica dedicata agli arti e alla colonna vertebrale.
Il prossimo autunno inoltre sarà installato un sistema di RIS-PACS che permette di interagire con i sistemi regionali e permette al paziente di avere referti e immagini di diagnostica più rapidamente. Ciò consente di migliorare ulteriormente la produttività e gli standard di qualità, oltre che di aiutare la sanità pubblica a smaltire un po’ di liste d’attesa.
In ultimo, il direttore sanitario ha ricordato cosa è cambiato nel rapporto medico-paziente con la pandemia: «Per noi medici la mole di lavoro è aumentata inevitabilmente, anche in virtù del rispetto delle nuove regole in materia di dispositivi e sicurezza. In molti casi, siamo stati chiamati ad avere un approccio ancora più rassicurante nei confronti di quei pazienti che dimostrano labilità emotive. Non abbiamo mai fatto mancare loro il nostro supporto».
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