Dotta e divertente a un tempo, la lezione tenuta dal nostro inconfondibile Riccardo Muti (tre ore godibilissime) lunedì 4 dicembre all’Alighieri sul Don Pasquale, in cartellone il 16-17-18 dicembre e prodotto da Ravenna Festival. Lezione alla quale ha contribuito anche la presenza di Claudio Desderi nei panni del “vecchio celibatario, tagliato all’antica, economo, credulo eccetera”. Per l’occasione abbiamo scelto:

da Don Pasquale di Donizetti
di Eugenio Montale

Che cosa dire di questo capolavoro scritto in una sola settimana e dieci anni dopo quell’altro tour de force del teatro comico che è l’Elisir d’amore? Esso ha tutti i caratteri convenzionali dell’opera buffa, si discosta dalla tradizione assai meno dell’Elisir, ma tocca il culmine della genialità donizettiana. Di rossiniano ha ben poco, se non in qualche raro effetto di crescendo; in tutto il resto, nella parte melodica che è predominante, il timbro del musicista, che sa incrinare di pianto anche la più gaia risata, è inconfondibile. Ernesto non canta come Almaviva: è comico, non è buffo, Pasquale ha, anche lui, la lacrima facile e Norina non è una macchinetta di trilli e di gorgheggi. Tenera come una figura di Greuze, non è, nemmeno quando fa i capricci, un carattere stereotipato e sfugge alle convenzioni del tradizionale soprano leggero. Non per nulla Norina fu una delle grandi parti di Rosina Storchio (ma è anche vero che nelle vecchie esecuzioni tutti i colori erano alquanto rinforzati, Don Pasquale poteva essere il robustissimo Antonio Pini Corsi e i vari Nemorini erano spesso tenori lirici capaci di emergere anche in un repertorio assai diverso). Esistono quindi due modi di eseguire il Don Pasquale: quello che tende alle tinte del pastello e quello che accentua i toni della commedia musicale di tipo mozartiano. L’essenziale è di non contaminare i due diversi modi; e poiché questo iersera non è avvenuto si può ben dire che il nuovo Don Pasquale ha tutti i titoli per avvicinarsi alla perfezione.

CdI, 22-23 gennaio 1965

(in Prime alla Scala, Milano, Leonardo, 1995)