Coldiretti contro il blocco dei prelievi idrici: a rischio i raccolti

Il presidente Nicola Dalmonte ha chiesto una proroga per poter continuare a prendere acqua da Lamone e Senio

Campagnaromagnola “Bloccare totalmente i prelievi idrici proprio nel periodo in cui irrigare è fondamentale per il buon esito dei cicli produttivi delle piante rischia di compromettere l’intera campagna agricola delle tantissime aziende frutticole e vitivinicole collinari della nostra provincia, con un danno evidente per tutta l’agricoltura provinciale”. A dichiararlo, per bocca del Presidente provinciale Nicola Dalmonte, è Coldiretti Ravenna che proprio in queste ore ha inviato, al riguardo, una formale richiesta di proroga al blocco degli emungimenti dai fiumi Lamone e Senio indirizzata all’Assessorato regionale all’Ambiente, alla Direzione generale Arpae Emilia-Romagna e alle Unità di gestione del Demanio idrico SAC di Ravenna e Bologna.
Nei giorni scorsi, infatti, ravvisando come in alcune aree della provincia di Ravenna l’andamento climatico della stagione estiva si stia contraddistinguendo per la scarsità di precipitazioni, gli Arpae Sac competenti hanno emesso specifiche ordinanze che vietano agli agricoltori di attingere acqua, di fatto, proprio nel periodo in cui il soddisfacimento delle esigenze irrigue è fondamentale per il buon esito delle colture interessate.
“Alla luce di ciò – afferma il Presidente Dalmonte – consapevoli sì del momento meteoclimatico difficile, ma tenendo conto dell’importante atto assunto nel 2017 dopo una nostra analoga richiesta – in nome e per conto dei nostri Associati siamo a chiedere che la deroga al DMV (Deflusso Minimo Vitale) per fini irrigui, concessa l’anno scorso per un periodo limitato, possa essere rinnovata attivando, per le situazioni relative ai fiumi Lamone e Senio, i medesimi strumenti mirati che nel 2017 permisero di superare la crisi idrica.  Confidiamo – conclude il Presidente Dalmonte – in un positivo riscontro da parte delle Istituzioni e Strutture coinvolte perché se così non dovesse essere c’è il rischio concreto che ciò che si è riuscito a salvare nell’estate 2017 in termini di produzioni e raccolti, venga compromesso quest’anno proprio nella parte finale del ciclo produttivo delle piante”.

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