Antonio Alessandri, giovanissimo talento al piano fuori dal comune

Antonio AlessandriNato a Milano nel 2006. Così recita il programma di sala. Faccino pulito, si presenta in camicia bianca fuori dai pantaloni Antonio Alessandri, quasi a ricordare la propria nascente adolescenza al pubblico dolentemente sempre più canuto.
Il giovanissimo pianista, allievo alla scuola del grande Davide Cabassi, è stato il protagonista del quinto appuntamento (3 marzo) della rassegna “Mikrokosmi”. La sala Corelli, gremita per l’occasione, ha potuto godere della freschezza esuberante di Alessandri che, non ancora uomo, dimostra comunque grande maturità e un talento fuori dal comune.

Paradigma di ciò è stata l’esecuzione del Rondeau en polonaise dalla Sonata K 284 di Wolfgang Amadeus Mozart nel quale il giovane talento suona libero dalle pastoie mentali che attanagliano anche alcuni tra i più grandi, liberando la scrittura cristallina da schemi e sovrastrutture impostesi nel corso della storia dell’esecuzione e donando alla pagina una luce più sbarazzina e, forse, più autentica.

Di grande interesse l’esecuzione di due belle pagine romantiche, il Blumenstück op.19 di Robert Schumann e la Polonaise op.posth. di Fryderyk Chopin: questo genere di brano è spesso la cartina di tornasole della profondità di lettura dell’interprete. Alessandri impressiona e per l’inconsueta semplicità e per la grande prospettiva che in lui è evidente. Il lirismo patetico tipico del romanticismo trova una venatura meno drammatica, ma non meno efficace tra le dita del giovane pianista.

È bello vedere giovani talenti sbocciare e diventare ambasciatori dell’arte, realtà dimenticata nel nostro paese che in tempi non troppo lontani è stata la grande forza dell’Italia. In un’epoca di automi l’unica speranza è riaffermare la nostra umanità e l’arte è la somma via.

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