92 – Dipingere il mosaico Seguici su Telegram e resta aggiornato La Cappella arcivescovile di Sant’Andrea risale alla committenza di Pietro II, vescovo di Ravenna tra la fine del V e gli inizi del VI secolo. Nel vestibolo, sulla cui volta sono raffigurati in un raffinato intreccio di gigli e rose uccelli variopinti, è riportato in pittura un antico testo, dall’incipit evocativo, tramandatoci dal Liber Pontificalis: «Aut lux hic nata est aut capta hic libera regnat…», «La luce o è nata qui o qui catturata libera regna…», un inno che invita alla preghiera, ad ammirare lo splendore dei marmi, i celesti riflessi di porpora delle pietre e ad accostarsi al Signore. Sopra all’ingresso è l’immagine di Cristo, raffigurato giovane in abiti militari; egli porta la croce sulle spalle, regge nella mano sinistra il codice aperto sul quale è scritto un passo del vangelo di Giovanni: «Ego sum via, veritas et vita», «Io sono la via, la verità e la vita»; egli calpesta la testa al leone e al serpente, simboli del male. All’interno della cappella colpisce per bellezza la volta, al centro della quale è il monogramma di Cristo sorretto da quattro solenni angeli. Nelle vele, su fondo oro, sono i simboli dei quattro evangelisti che reggono il prezioso codice del vangelo. Nei sottarchi sono i volti degli apostoli, di santi e di sante. Nelle lunette laterali, in sostituzione di mosaici da tempo perduti, si trovano pitture di Luca Longhi. Da ultimo una raccomandazione: non lasciatevi ingannare dalla bellezza delle stelle e della croce dell’abside, sono mosaici dipinti! Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Cartoline da Ravenna