“Joker”, una grande opera con un epico interprete

 

Joker Joaquin Phoenix

Joker, alias Joaquin Phoenix, in una scena del film

Gotham, primi anni ottanta: Arthur Fleck fa il clown e vive con sua madre in un decrepito palazzo che somiglia molto a un motel di desolata periferia. Arthur è un perdente, viene calpestato da ogni genere di personaggio, dalle baby gang ai colleghi fino a subire un’umiliazione in diretta dal programma comico più seguito d’America, presentato dal suo idolo Murray Franklin. La situazione è destinata a degenerare sempre di più.

Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia e amato dal pubblico in maniera quasi unanime, Joker sicuramente consegna definitivamente e meritatamente il suo regista nell’olimpo dei grandi, dopo aver fatto divertire e letteralmente ridefinito un sotto genere con il monumentale Una notte da leoni.

Detta della grandezza del regista, sgomberiamo immediatamente anche il campo recitativo, perché non posso che unirmi al coro che canta l’epicità della mostruosa recitazione di Joaquin Phoenix: il film è lui, lo crea passo dopo passo, minuto dopo minuto, dettandone ogni singola scena. Raramente ho ammirato livelli così alti, da fare passare in secondo piano un ritrovato e convincente Robert De Niro nei panni del co-protagonista. Il film gioca magnificamente tra le realtà parallele del mondo che conosciamo e la sua versione fumettistica, con Arthur che ci conduce da una parte all’altra senza farcene accorgere, dando a noi spettatori una sua versione cinematografica di un’opera spiazzante.

Altro protagonista, le musiche, che mi hanno ricordato quelle di Shining e che influenzano l’atmosfera inquietante del film; e a proposito di Kubrick, non si può non pensare a un Joker con la follia presa a piene mani e remixata di Jack Torrence dello stesso Shining e di Alex DeLarge di Arancia meccanica, non si può non pensare alla casa motel di Arthur, non si possono non notare quei corridoi e più in generale le ambientazioni interne. E come un film del Sommo, Joker è tutto ciò che si possa immaginare a livello di cinema: fa ridere, piangere, inquieta, è violento, è onirico, è surreale, è fin troppo reale. La Gotham del regista inoltre fa pensare subito alla New York dei Guerrieri della notte, anche loro emarginati in lotta per la sopravvivenza.

Joker è una parabola fin troppo evidente della follia, inserita nel contesto di una società non così lontana dal mondo occidentale attuale. Ma il buon Phillipps ci lascia qualche speranza, seminata qua e là, negli occhi delle persone e nella mente del suo protagonista. Joker non è vincolato dai film su Batman, vive di vita e soprattutto di luce propria, non è paragonabile ma considerato come opera a parte. Una grande opera.

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