Alla mostra sulle arti al tempo di Dante anche un prestito dal Louvre Seguici su Telegram e resta aggiornato Si tratta della scultura che in origine proteggeva il sarcofago del Sommo Poeta e che tornerà a Ravenna dopo 160 anni Dopo i prestigiosi prestiti giotteschi dalle Gallerie degli Uffizi e dell’accordo siglato fra Ravenna e Firenze, un’altra significativa opera arriverà a Ravenna direttamente dal Museo del Louvre di Parigi per la mostra Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio, a cura di Massimo Medica, in programma presso la Chiesa di San Romualdo di Ravenna dal 24 aprile al 4 luglio. La mostra è promossa dal Comune di Ravenna, assessorato alla Cultura e organizzata dal Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna anche grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Camera di Commercio di Ravenna e della Regione Emilia- Romagna. È stata presentata in videoconferenza la scultura, Madonna in Trono con Bambino, alla presenza tra gli altri della vice ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Marina Sereni, dell’Ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset e del Parlamentare Europeo Sandro Gozi. Si tratta della scultura che in origine proteggeva il sarcofago del Sommo Poeta e che, per le celebrazioni dantesche nel settecentesimo anno della sua morte, torna a Ravenna dopo circa 160 anni in occasione della mostra. Dopo la morte avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321, a seguito dell’ultima impresa diplomatica svolta per conto del da Polenta di Ravenna a Venezia, Dante, venne sepolto in una piccola cappella addossata al muro del convento di San Francesco a Ravenna, che anticamente era conosciuta come “La Cappella della Madonna” per via della presenza di una antica immagine mariana identificata dallo studioso Corrado Ricci con quella oggi conservata al Museo del Louvre, proveniente infatti da Ravenna. A seguito di diverse trasformazioni del sepolcro di Dante e della ricostruzione da parte dell’architetto Camillo Morigia, la Madonna fu del tutto rimossa e si persero le sue tracce fino a quando, verso il 1860, fu acquistata a Ravenna da un collezionista francese il barone Jean-Charles Daviller (Roma, 1823-Parigi, 1883) che nel 1884, la donò al museo del Louvre. Si tratta di un indiscusso capolavoro realizzato in marmo, databile tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, che ritorna per l’occasione nella città di origine, documentando la sua pertinenza alla tradizione bizantina, rivisitata tuttavia secondo una sensibilità già tutta occidentale e gotica. Ancora oggi nel museo Dante di Ravenna si trova un calco in gesso dell’opera, donato alla città nel 1921 dal governo francese, in occasione delle solenni celebrazioni del VI Centenario della morte dell’esule fiorentino. L’altorilievo rappresenta la Vergine assisa in trono elegantemente drappeggiata all’antica, mentre il Bambino, benedicente con la mano destra e raffigurato come autorevole Maestro, tiene il Rotolo delle Sacre Scritture con la sinistra. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Al mercato coperto tre incontri (e una mostra) su Dante Due incontri con Dacia Maraini: a Ravenna alla Classense, a Lugo al palasport Dai sacchi di D'Annunzio alla Commedia su pergamena: Dante in mostra alla Classense Seguici su Telegram e resta aggiornato