Le indagini di Don Tomasso, in un romanzo storico senza sbavature

Niccoli Campo degli ZingariTarda primavera del 1595. Don Tomasso, di origini nobili e religioso (quasi) per vocazione, dirige l’ospizio di San Biagio, a Bologna. Soffre di umor saturnino; non si tratta solo di malinconia, ma di un inizio di depressione che pare derivi dall’inattività. Il conte Ercole, suo nipote, per aiutarlo (ma non solo) gli affida il feudo attorno a Cerreto, un piccolo centro sull’appenino fra Emilia e Toscana. In quel territorio si è insediata una colonia di zingari e si temono problemi. Che non tardano ad arrivare: nel viaggio di trasferimento Tomasso, accompagnato dal giovane Gian Andrea e dal figlio del nipote, Camillo, che vorrebbe entrare nei gesuiti, si imbatte nel corpo di un uomo ucciso con un colpo di archibugio. Gli è stato rubato un giaccone e di certo anche il cavallo. Così il religioso torna a indagare per risolvere questo, e altri misteri che gli capiteranno fra le mani. Perché don Tomasso è un bravo indagatore, quasi un inquisitore, che non ama però la tortura.

Con Nel campo degli zingari (Vallecchi) Ottavia Niccoli torna al giallo storico, dopo Morte al filatoio (Vallecchi, 2021) con lo stesso protagonista, e dimostra ancora una volta la propria, profonda conoscenza di quel periodo storico, nel mezzo delle guerre di religione, che anticipano la tragedia della Guerra dei Trent’anni. Ma quei grandi eventi non filtrano nelle vicende del romanzo. Come non si incontrano libri misteriosi, con pagine piene di misteri, profezie o formule magiche; e non ci sono eroi inseguiti dalla sorte o da feroci uomini del male. In quel microcosmo si perpetrano piccoli omicidi, non per questo meno destabilizzanti o tragici per chi vive attorno alle vittime e per chi indaga.

Ottavia Niccoli propone una trama senza sbavature, con una ricostruzione accurata dei luoghi, nei quali si muovono personaggi credibili e descritti con accuratezza, dalle abitudini al linguaggio, denso di riferimenti a quello del tempo. E la trama si arricchisce di analisi su temi ancora attualissimi: l’arroganza degli uomini nei confronti delle donne; la diffidenza preconcetta per gli stranieri, in questo caso gli zingari; le faide familiari. Un bel salto nel passato, che porta con sé come sottotraccia il tema dell’adolescenza e della crescita.
Il nuovo corso della storica casa editrice di Firenze, oggi di proprietà del romagnolo gruppo Maggioli, si dimostra sempre più pieno di titoli che meritano attenzione.

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