Troppo caldo o troppo Facebook?

“Il caldo rende più aggressivi”, abbiamo letto sui giornali nei giorni scorsi, risultato di una ricerca scientifica non proprio sorprendente. Così come non c’è da stupirsi dell’aggressività registrata sui social network, ormai anche questa materia di studi. Dal nostro piccolo osservatorio (banalmente, la nostra pagina Facebook) non possiamo fare altro che confermare: il caldo, o i social network, oppure tutte e due le cose, rendono aggressivi. Ogni giorno un po’ di più. E allora – senza considerare qui gli insulti a rom o immigrati o politici o delinquenti, ma solo ai giornalisti – quando scriviamo la notizia di un ristorante chiuso per merce avariata c’è la schiera di commentatori che ci insulta perché abbiamo pubblicato il nome e distrutto la reputazione di un imprenditore. Viceversa, ecco quelli che ci infamano perché non abbiamo invece pubblicato il nome, naturalmente. E poi, tanto per fare un esempio recente, scrivi che un noto dj si è suicidato e sei solo uno senza scrupoli che deve cambiare mestiere, chissenefrega dei titoli di tutto il mondo su Chris Cornell o Chester Bennington. Non provare poi a pubblicare una riga di tempo libero o che riguardi una più o meno nota celebrità, che faranno a gara a chi è dotato di più sarcasmo per dirti che è “una notizia del cazzo”. Se poi fai un refuso in un titolo, per te, sul mondo social, è finita. Certo, per farla breve, noi giornalisti tutti ci avremmo messo del nostro per screditare la categoria, sicuramente facciamo errori, come tutti, anche tutti i giorni, e sarà anche forse solo colpa “nostra” (i colleghi, anche molto più autorevoli, non se la passano certo meglio, anzi), ma sicuramente “voi” (a dire la verità una piccolissima percentuale di “voi”, per fortuna) fidatevi, state accusando un po’ troppo il caldo. O forse, semplicemente, state troppo su Facebook…

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