And the winner is… Premi soggettivi e scorretti della stagione passata

Delitto

Foto da “Delitto e Castigo” di Bogomolov

Sono convinto che l’anno non finisca a dicembre, in quel parossismo di freddo, fuochi e vischio. L’anno finisce ad agosto. Muore nell’afa, in ferie, spiaggiato in attesa che il ciclo del lavoro, dello studio e delle stagioni teatrali si riapra a settembre. Per questa ragione il baedeker di agosto sarà puramente retrospettivo, per celebrare come si deve la fine della stagione teatrale appena trascorsa con l’assegnazione di premi speciali. Premi del tutto soggettivi, idiosincratici, scorretti e, com’è ovvio, insindacabili. Rullo di tamburi.

Premio per il miglior spettacolo che mi sono perso per vari motivi fra cui in primis la pigrizia: La mia battaglia di Elio Germano e Chiara Lagani a pari merito con Macbettu di Alessandro Serra, Buchettino della Socìetas Raffaello Sanzio

Premio per il miglior spettacolo tratto dal peggior libro:
Storia di un’amicizia dei Fanny & Alexander

Premio per il miglior spettacolo che aspetto da mesi che arrivi dalle nostre parti e che invece non arriva mai:
Santa Rita and the Spiders From Mars di Marco Cavalcoli

Premio delusione più cocente:
Il senso della vita di Emma di Fausto Paravidino a pari merito con Accabadora di Carlotta Corradi

Premio sorpresa meno aspettata:
Appunti per un naufragio di Davide Enia a pari merito con Illusioni dei Big Action Money

Premio spettacolo più profondo:
Copenaghen di Michael Frayn

Premio miglior attore di un non-spettacolo:
Giuseppe Battiston in Pagine gesti e figure della Rivoluzione d’Ottobre

Premio miglior attrice in uno spettacolo vecchio:
Francesca Mazza in West

Premio perfomer più cattivo col pubblico:
Antonio Rezza in Pitecus

Premio “dio mio fate che tutto questo finisca presto”:
Morte di Zarathustra di Teatro Akropolis a peri merito con La Gioia di Pippo Delbono

Premio alla più fumosa descrizione di uno spettacolo nella locandina:
Stanze degli Orthographe

Premio allo scandalo più immotivato:
Delitto e castigo di Konstantin Bogomolov (nella foto una delle immagini del crocifisso, sotto accusa)

Premio ai brividi più forti:
Ermanna Montanari in Maryam

Premio per la scenografia più costosa che fa spalancare la bocca in un “oh” di meraviglia:
Freud o l’interpretazione dei sogni di Stefano Massini

Premio miglior musica dal vivo:
i Mothra in Lettere a Nour di Giorgio Sangati

Premio miglior imbarazzo fra il pubblico che non risponde agli stimoli degli attori:
Il pubblico del Masini di Faenza per Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodo d’uso dei Kepler-452

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