112 – Un prezioso cristallo di rocca

Sigillo Adamo EvaNel 1908 la Soprintendenza ai Monumenti chiese di scostare dai muri della Cappella della Madonna del Sudore nel Duomo di Ravenna i bellissimi sarcofagi del beato Rinaldo e di San Barbaziano, per poterne studiare le parti nascoste.
Nell’occasione furono rimossi i pesanti coperchi e si guardò al loro interno.
Nel sarcofago di Rinaldo, tra le antiche vesti liturgiche, furono ritrovati due minuscoli cristalli di rocca dalla forma ovale, di cui uno inciso con la raffigurazione di Adamo ed Eva e l’altro completamente liscio.
Questi due cristalli, custoditi nell’Archivio Storico Diocesano di Ravenna, furono innanzitutto interpretati come un sigillo anulare, ma la questione rimane aperta vista la fragilità del cristallo di rocca, inadatto a tali scopi.
L’iconografia del cristallo inciso è molto particolare: Adamo è raffigurato di profilo, nudo, con il braccio sinistro proteso verso Eva mentre con la mano ne tocca il corpo; l’indice della mano destra è levato al cielo. Il volto di Adamo rivolto verso la donna e l’espressione della bocca, rappresentata nell’atto del parlare, portano a identificare la scena come l’accusa di Adamo nei suoi confronti. Eva è raffigurata frontalmente, intenta a coprirsi le nudità con le mani, i lunghi capelli sono sciolti sulle spalle.
Desta meraviglia l’assenza sia dell’albero sia del serpente e, se è difficile sostenere con Santino Muratori che questa scena sia un unicum ravennate, certamente possiamo affermare che siamo davanti ad un’immagine singolare.

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