161 – La chiesa di Dante

S.Francesco Zona DantescaIl 18 settembre 1932, «all’indomani dell’alta decisione […] per la definitiva sistemazione della zona dantesca», la città di Ravenna vide accorrere «masse popolari di molte parti d’Italia» per rendere onore all’Alighieri.
Ravenna, come dichiararono allora, era ben consapevole che «in quel tempietto ora visitato non si conservano solo le spoglie del più grande Poeta del mondo, ma lo spirito insonne dell’intera Nazione, che ebbe in Dante l’assertore e il cantore della sua più alta spiritualità».
Nella rievocazione di quella solenne giornata furono ricordate anche le parole con cui Monsignor Giovanni Mesini, durante la «Messa di Dante», esaltò la Basilica di San Francesco: «Questa è la sua chiesa […]; altro edificio sacro strettamente unito alla memoria di Lui, non vi è, se non il Battistero di Firenze, dove fu battezzato. Ma qui venne esule, sul declinare della vita, a meditare e pregare; qui ebbe i funerali; da vivo e da morto trovò in questa chiesa la sua pace; all’ombra di queste mura fu sepolto. Intimamente stretta alla sua tomba, come il convento che per tre secoli ne tenne nascoste le ossa, la chiesa di S. Francesco domina con la semplice mole e l’austero campanile la zona dantesca ed assicura alla medesima una perpetua consacrazione. Come l’umile sepolcro è divenuto una specie d’altare, così il tempio dei funerali è divenuto il tempio della glorificazione. La glorificazione di Dante cominciò qui, proprio con i funebri onori che Guido Novello da Polenta volle degni e solenni».

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