258 – Uno sgradito omaggio

Lapide Donatori San Francesco

All’inizio della navata sinistra della Basilica di San Francesco c’è una lapide dove sono ricordati i principali benefattori che nel 1921, in occasione dell’anniversario dantesco, contribuirono al restauro del sacro edificio. L’iscrizione, incisa su una lastra donata dalla “Soprintendenza ai Monumenti”, fu posta solo nel 1938 dall’allora parroco Mons. Antonio Rotondi che, in quell’anno, festeggiava il cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Tra le illustri personalità dell’epoca figurava anche don Giovanni Mesini il quale accettò, solo dopo numerose insistenze da parte del parroco, che il suo nome fosse inciso sul marmo.
In seguito, fu definitivamente cancellato, come lo stesso Mesini ebbe modo di ricordare nelle Memorie del centenario Dantesco (1921) e di altre opere dantesche, edito a Ravenna, per le Arti grafiche, nel 1959: «morto il Parroco, trovandomi a parlare con degli studenti di quella lapide, mi scappò di dire che avrei voluto cancellato il mio nome. Due studenti […] riuscirono a cancellare il mio nome e cognome. Il nuovo Parroco ritenendo la cosa come una offesa fatta a me, fece ripetere l’incisione. Di nuovo, uno studente tentò la cancellazione; ma sentendo rumore, riuscì a cancellare solo il cognome; rimase il nome Giovanni, e per molti anni! Finchè non fu cancellato anch’esso, dietro mia preghiera».
In compenso, nel 1971, a due anni dalla sua morte, accanto alla lapide principale ne veniva posta un’altra dedicata esclusivamente alla memoria del prete di Dante.

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