278 – Cartoni e mosaici Seguici su Telegram e resta aggiornato In occasione dell’inaugurazione della mostra dei mosaici d’artisti contemporanei allestita presso il Museo Nazionale di Ravenna, il 7 e l’8 giugno 1959 fu organizzato un convegno che aveva lo scopo di «contribuire – così si legge nell’introduzione agli atti – allo sviluppo ed alla migliore conoscenza dell’arte musiva proponendo alla discussione il tema dell’inserimento del mosaico nella tecnica moderna e fra i mezzi di espressione figurativa del nostro tempo». Al convegno intervennero il critico d’arte Giulio Carlo Argan e l’architetto Paolo Portoghesi. Argan, all’interno della sua relazione su «Le tecniche antiche nel mondo moderno», con determinazione si espresse su un tema fondamentale, quello del rapporto tra il cartone e la sua “traduzione” in mosaico: «Il musaico non è, sicuramente, una mera tecnica “di traduzione”: la versione del cartone in un commesso di tessere splendenti è, ad evidenza, un procedimento artistico primario e non secondario, poichè il cartone non è un’opera d’arte che venga calcata o ricopiata, ma uno schema o progetto, una “épure”, che non avrà realtà estetica se non nell’opera musiva compiuta. Spesso ci si è chiesti fino a che punto, nei musaici ravennati, per esempio, giungesse l’opera dell’artista ideatore, e dove incominciasse quella delle maestranze. Ma è una domanda assolutamente oziosa, perché tra le due fasi, se pure furono mai nettamente distinte, esiste una saldatura così perfetta che, nel valore unitario dell’insieme, appaiono inseparabili». Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Cartoline da Ravenna