285 – Quel ragazzo d’ingegno prematuro

285) CORRADO RICCI

Ettore Tito, “Ritratto di Corrado Ricci”, Museo d’Arte della città di Ravenna

«Quel ragazzo di ingegno prematuro…». Con queste parole Santi Muratori, storico direttore della Biblioteca Classense, commemorava sul secondo fascicolo di “Felix Ravenna” del 1934, la figura di Corrado Ricci, che si era spento a Roma il 5 giugno di quell’anno. Con l’attenzione dell’uomo erudito e l’affetto che solo un amico poteva esprimere, Muratori delineava una biografia di Ricci intensa e appassionata, che ne delineava l’alta statura intellettuale e morale.
Ovviamente, pur ricordando il grande contributo dato a livello nazionale, Muratori non poteva non indugiare sull’attenzione data dal Ricci alla sua città natale: «Fu nel 1898 che il Ricci ottenne la missione per Ravenna. Questa noi dobbiamo considerarla come una data storica. Veniva il dolce figlio, nel pieno della maturità e delle energie, a riscattare i monumenti della sua città dalle barbare manomissioni e dal lungo abbandono. In quale stato li trovasse, basta a dimostrarlo, per chi non li abbia veduti allora, un albo di fotografie […]. Si pose a questo lavoro con un entusiasmo incredibile.
I monumenti egli li amava come monumenti, non come soggetti di studio; e vi lavorava attorno non per tormentarli con le indagini archeologiche, ma per farli rivivere come opere d’arte e di fede. Così vedemmo in breve tempo ripuliti, sistemati, liberati dal bastardume il mausoleo di Galla Placidia, il battistero del Duomo, Sant’Apollinare in Classe, anche San Vitale in gran parte, la parte che più importava a ridargli splendore».

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