286 – I Musaici più belli d’Italia

286) I Musaici Più Belli D’ItaliaAntonio Tarlazzi, colto sacerdote ravennate, nel 1852 dava alle stampe una delle sue principali opere intitolata Memorie sacre di Ravenna, un libro pensato come una sorta di proseguo del testo di Girolamo Fabri.
Nella prima parte dell’opera, dedicata alla descrizione delle varie chiese di Ravenna «coll’ordine tenuto dal Fabri, e l’aggiunta di quelle, che sono posteriori», soffermandosi sulla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo descriveva la rara bellezza dei suoi mosaici, nonostante fossero bisognosi di interventi di restauro: «I Musaici che rimangono nelle pareti laterali alla nave di mezzo (immenso spazio se riguardasi la preziosità del lavoro) sono dal Biondi giudicati i più belli d’Italia […]. Vi è rappresentata alquanto in confuso questa Città con tra gli altri suoi edifizi il Palazzo di Teodorico (a destra di chi entra) con un portico ornato di cortine a foggia dell’antico uso orientale distinto colle parole “Palatium” […], il quale avendo molta somiglianza cogl’avanzi del reale Palazzo che oggi ne restano, si ritiene dipinto sul vero disegno. Evvi la città di Classe con prospettiva di mare, e navi a denotare il vicino porto, poi ventiquattro Martiri con corona in mano, e il Salvatore su di un trono in atto di accoglierli; ventidue Vergini parimenti con corona, i Re Magi, diversi Padri del vecchio, e nuovo Testamento, e vari miracoli di G. C., della qual vista non evvi di più poetico, e pietoso. Essi però hanno d’uopo di alcuni restauri, e di una generale ripulitura».

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