299 – Una corona di verde per Ravenna

Gli opuscoli e le guide che raccontano Ravenna e i suoi mosaici meritano di essere letti con particolare attenzione perché presentano sempre punti di vista interessanti e originali.

Uno dei temi che spesso viene preso in considerazione, non senza una certa retorica, è il legame secolare che Ravenna custodisce con la sua pineta, un aspetto sul quale Claudio Marabini, nell’introduzione a un volume dedicato ai mosaici ravennati pubblicato nel 1981 dall’Istituto Geografico De Agostini per la collana “documenti d’Arte”, si è ampiamente soffermato: «i mosaici di Ravenna, e la città stessa, non sarebbero quello che sono – o non sarebbero stati quello che sono stati per tanti grandi poeti […] – senza questa corona di verde, questa fasciatura isolante e trasparente, che fu trincea e prigione, sbarramento di difesa e argine d’orgoglio […]. I mosaici di Ravenna sono la patina luminosa della capitale, così come la pineta lagunare ne è stata fondamento naturale».

E più oltre, sempre su questo binomio inscindibile, scriveva: «quella pineta torna viva sui muri delle basiliche e più tardi nei versi e nelle prose di alcuni dei più grandi poeti. È un caso unico tra le città italiane, tranne la futura Venezia, che però non conobbe mai verde d’alberi ma solo l’oro e la luce artificiale dell’Oriente […]. Oggi, cancellata gran parte della pineta, sorto uno dei complessi industriali più gremiti dopo quello di Marghera, Ravenna custodisce i segni della sua storia dentro un anello di vita pulsante».

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