mercoledì
25 Giugno 2025

314 – Un tempietto neoclassico senza pretese

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314) TOMBA DI DANTETutti coloro che sono passati da Ravenna hanno fatto i conti con la presenza di Dante e la sua tomba, lasciando spesso un ricordo della loro visita. Nemmeno Jopep Pla, giornalista e scrittore spagnolo, si è sottratto a questo compito e in Cartes d’Italia, edito nel 1955, ha condiviso le sue impressioni sul monumento dantesco: «A Ravenna, tutti lo sanno, c’è la tomba di Dante. I resti, tuttavia, sono davvero i suoi? Chi può dirlo! Non c’è dubbio però che Dante morì a Ravenna, piuttosto stanco della vita e soprattutto della politica (…). Comunque sia, se si pensa che a due passi dall’albergo della Piazza del Popolo in cui si soggiorna – Piazza del Popolo è il centro prodigioso della città – forse riposano le ceneri del poeta, si prova un’autentica emozione; un’emozione che si accentua visitando la tomba, discreta e insignificante. Ma forse gli italiani hanno fatto bene: avrebbero potuto collocare le gloriose spoglie in mille monumenti appariscenti, avrebbero potuto commissionare la costruzione di un mausoleo spettacolare; ma lo hanno lasciato lì, in un angolo di una strada di Ravenna, sotto un tempietto neoclassico senza pretese. (…) Le ceneri riposano davanti a una candeletta accesa giorno e notte, che diffonde una luce rossa e fioca, la luce vermiglia di cui parla il poeta in uno dei suoi canti più appassionati. Dicevo, han fatto bene a lasciarlo qui: tutta la città gli fa da sepolcro e lo circonda del colore più dantesco che ci sia: il colore della contemplazione silenziosa».

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