Nel 1878, un giovane Corrado Ricci dava alle stampe per le edizioni Antonio e Gio. David una guida di Ravenna intitolata “Ravenna e i suoi dintorni”. Nell’«avvertenza degli editori» venivano ricordati gli autori delle immagini riportate, ben cinquantatré incisioni oltre alla pianta della città, veniva ringraziato Odoardo Gardella «per averci favoriti i disegni d’alcune recondite parti de’ nostri monumenti», ma dell’autore non veniva fatta menzione. Nel 1897, invece, in occasione della seconda ristampa, fu lo stesso Ricci a firmare la premessa alla guida: «Quando scrissi il libro Ravenna e i suoi dintorni, edito dai fratelli David nel 1878, non avevo ancora vent’anni. Quel lavoro ha perciò tutti i difetti della inesperienza: è scritto male, è troppo diffuso intorno a cose inutili o quasi, troppo succinto in altre assai importanti: è grave di citazioni, rimpinzato d’iscrizioni, di note, d’accenni a documenti; cose, tutte, derivanti dalla smania, comune nei giovani, di voler mostrare a un tratto quanto sanno e anche quanto non sanno. Però le ricerche, fatte allora, furono tante, e tali i consigli di qualche intendente, che senza quelle e questi non avrei potuto oggi scrivere e presentare al lettore questa nuova Guida di Ravenna. Nella quale, a quanto raccolsi allora, aggiungo il risultato degli studi fatti in altri vent’anni, e la descrizione di ciò che si è venuto scoprendo e facendo nella nostra città, il tutto in una forma che spero, se non elegante, certo chiara e spedita».
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