mercoledì
25 Giugno 2025

335 – Stroncature ravennati

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335) STONCATURE A SANTE GHIGI GALLA PLACIDIANell’aprile del 1911 usciva sul secondo numero di Felix Ravenna. Bollettino storico romagnolo edito da un gruppo di studiosi – una rivista appena fondata che nel tempo avrebbe offerto importantissimi contributi nel campo degli studi ravennati – una nota non particolarmente generosa sulla monografia di don Sante Ghigi interamente dedicata al Mausoleo di Galla Placidia che era stata pubblicata l’anno precedente. A firmare con la sigla “GdB” questa recensione al vetriolo all’interno della rassegna bibliografica della rivista altro non era che Giuseppe Gerola, un trentino che nel 1910 era stato chiamato alla direzione della Soprintendenza ai Monumenti per la Romagna. Don Ghigi veniva accusato di aver dato spazio «a digressioni tutt’altro che necessarie all’economia del lavoro», di aver riferito «citazioni in prosa ed in versi di opportunità molto discutibile», di aver voluto «sfoggiare ad ogni costo e dovunque la solita erudizione di riporto, da manuali ed enciclopedie, non sempre abbastanza corretta». Proseguendo nella sua opera di demolizione dello studio del sacerdote ravennate, Gerola scriveva: «Dopo di che non possono certo meravigliare altre azzardate ipotesi dall’A. emesse con fiduciosa sicurezza […]; nè sorprendere certi strani od esagerati principii nella valutazione dei prodotti d’arte di quel tempo […]; nè stupire la insistente preoccupazione di spiegare coll’ingenua disinvoltura di don Sulfrini le figurazioni più o meno simboliche delle sculture e dei mosaici […]».

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