Nel «Bollettino Economico della Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ravenna» dell’ottobre 1956 veniva tradotto un capitolo dell’opera di Corona Berg intitolata «Unter der Sonne Italiens», una pubblicazione definita fin troppo lusinghiera, soprattutto se paragonata a quei libri sull’Italia che, come spiegava il redattore, non sempre «sono suggeriti da quel minimo di simpatia ed assistiti da quel tanto di intelligenza che consentono al viaggiatore frettoloso di ben giudicare uomini e cose». Per il Bollettino si scelse di tradurre le pagine sulla storia della zona dantesca dove a pochi anni dalla guerra erano ancora evidenti i tragici segni del conflitto bellico: «La tomba di Dante, nel cuore della città di Ravenna, è protetta da una fascia di rispetto, detta Zona Dantesca, nella quale sono vietati il passaggio dei veicoli ed ogni altra occasione di rumore. Si potrebbe pensare che, da antico tempo e per sempre, un riverente silenzio v’abbia preso intoccabile dimora, se nelle immediate vicinanze non s’avvertissero i segni della ricostruzione dei gravi danni che la guerra ha cagionato anche in questa città. […] Ma tutto ciò è stato eseguito col senso di responsabilità ch’era richiesto dall’importanza storica dello ambiente. […] Descriverla, questa Zona, non è facile cosa, poichè non si tratta di una sistemazione ordinata seguendo un concetto architettonico unitario, ma piuttosto di un insieme di vecchie e nuove costruzioni, secondo le possibilità offerte dal luogo».
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