All’interno della Basilica di Sant’Apollinare in Classe sono conservate numerose e significative iscrizioni marmoree appartenenti a secoli diversi. La più importante tra tutte, sia per l’antichità sia per le informazioni contenute, deve essere considerata quella che fa riferimento alla sepoltura del Protovescovo: inizialmente collocata sul luogo originario della sua sepoltura, attualmente si trova murata lungo la parete della navata destra, dietro al sarcofago dell’arcivescovo Grazioso. Questo documento scritto in lingua latina e datato al VI secolo costituisce una fondamentale attestazione di culto verso il primo vescovo di Ravenna invocato come «sacerdote e confessore», ne afferma la venerata sepoltura, testimonia che fu Massimiano a introdurre le sue reliquie all’interno del sacro edificio che porta il suo nome, ricorda figure fondamentali per la storia di Ravenna come l’arcivescovo e Giuliano Argentario, la cui vicenda è legata all’imperatore Giustiniano, dichiara la costruzione «dalle fondamenta» della Basilica e indica il giorno, il mese e l’anno della sua dedicazione avvenuta il 9 maggio del 549: «In questo luogo stette l’arca del beato Apollinare sacerdote e confessore dal tempo del suo trapasso fino al giorno in cui per mezzo del beato Massimiano vescovo fu trasportata e introdotta nella basilica che Giuliano Argentario edificò dalle fondamenta e fu dedicata dal medesimo beatissimo uomo il 9 maggio nella indizione XII l’anno XIII dopo il consolato di Basilio Iunior».
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