Dal 14 al 18 maggio del 1930, Ravenna fu sede del Congresso Eucaristico Regionale, un evento che vide una grandissima partecipazione. Per il Congresso, fu stampato – come numero unico – una sorta di giornale che raccoglieva vari contributi sul tema. Tra gli articoli spiccava quello di don Giovanni Mesini, intitolato «La liturgia eucaristica a Ravenna», che prestava particolare attenzione alle varie iconografie presenti negli antichi monumenti ravennati. Non poteva non essere ricordata la Basilica di Classe a partire da una citazione di Mons. Lanzoni: «“Ogni cristiano di questa regione, romagnolo specialmente, dovrebbe peregrinare a Classe come alla nostra terra santa, alla nostra città sacra. Che importa che le antiche memorie siano quasi tutte scomparse? Quelle ruine parlano un linguaggio eloquente nei cuori che credono. Bastano per tutti i monumenti perduti il sepolcro e la Basilica eretta sulla tomba del protovescovo e martire S. Apollinare”. E appunto nella magnifica basilica classense, […] troviamo come l’eco e il ricordo di quella primitiva celebrazione eucaristica […]; e nella conca dell’abside fulgida di preziosi musaici, è rappresentato il santo Vescovo vestito degli antichi abiti pontificali, con le braccia sollevate in atteggiamento di orante come nel rito liturgico […]. In uno dei quadri a musaico, che fiancheggiano l’altare, sono rappresentati insieme i tre sacrifici dell’Antico Testamento, che hanno relazione con l’Eucaristia, tuttora ricordati nella Messa».
Condividi