203 – Guerra alla guerra

Guerra Alla Guerra

Nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo c’è un’iscrizione che pochissimi notano, nella quale è riportata solo una data: «12 febbraio 1916». A perenne memoria del tragico evento e con la speranza che mai si sarebbe ripetuta tale barbarie fu posta nel soffitto, nell’angolo sinistro, all’inizio della navata centrale, proprio nel luogo in cui una bomba austriaca, sfondando il tetto, aveva messo in pericolo l’esistenza del monumento stesso.
Santino Muratori, commentando il tragico evento, scriveva: «Gli aviatori (…) hanno un bel sostenere (…) che la bomba era destinata alla stazione ferroviaria o ad altro stabilimento del genere; (…) la questione non è qui, non è nel bersaglio vicino o lontano e nel colpo bene o male diretto, ma nell’atonia, nell’insensibilità, nella cecità morale che non s’arresta (…) dinanzi a luoghi dove ogni passo è un vestigio di storia, un ricovero di fede, un documento di bellezza, un capolavoro, un prodigio, un segno della spirituale irradiazione della vita: (…) quei monumenti (…) non appartengono a Ravenna o all’Italia, ma sono patrimonio comune a tutte le genti civili».
Che i beni culturali possano poi contribuire alla pace avrà modo di dirlo don Giovanni Montanari sostenendo che «i beni culturali dell’umanità sono l’arma più potente di cui la civiltà disponga per fare la guerra contro la guerra, cioè per usare la sola arma vincente nell’imprescindibile lotta umana per affermare e realizzare nelle opere, oltre che nelle parole, la pace globale».

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