Nel 1845 Licurgo Rasi dava alle stampe un libro curioso intitolato L’ape patria ossia breve raccolta storica degli avvenimenti celebri sì sacri che profani della città di Ravenna accaduti in ciascun giorno dell’anno. In questo volumetto l’autore, come dichiarato dal titolo stesso, aveva raccolto per ogni giorno dell’anno avvenimenti più o meno significativi in modo che, sfogliandolo, il cittadino ravennate potesse far memoria di quanto accaduto nelle epoche passate. L’opera, dunque, era suddivisa in dodici parti, tante quante i mesi dell’anno, e riportava in appendice un’ampia serie cronologica di imperatori, re, esarchi, arcivescovi… e l’albero genealogico delle famiglie Polentani e Traversari.
All’inizio dell’opera Rasi rivolgeva al lettore parole altisonanti: «A te, o giovanetto ravignano, vogliamo porre sott’occhio fatti, che ogni dì ti ricordino della tua, e della nostra patria. Per essi, che raccolti da diversi Autori ci demmo cura, come meglio per noi si poteva, di accozzare insieme, ed in certo ordine distribuire, vedrai quanto la città nostra fosse grande, qual tenesse primato negli andati secoli su tante italiche città, quali in essa in tutti i tempi fiorissero ingegni così nella somma delle civili, che delle sacre cose versatissimi, e celebri. Ed oh! piacesse al cielo, che tu di simili gesta innamorando, a tutt’ uomo nello studio ti spingessi della Patria Istoria da molti, che pur fan pompa di alcuna straniera erudizione, con loro gran biasimo, e vergogna ignorata».
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