252 – Pompieri per Galla Placidia

Sarcofago Galla Palcidia

Secondo un’antichissima tradizione l’imperatrice Galla Placidia, morta a Roma nella metà del V secolo, fu sepolta a Ravenna all’interno del sacello dei Santi Nazario e Celso – meglio noto come mausoleo di Galla Placidia – che in origine era annesso alla basilica della Santa Croce.
Stando alla leggenda, il suo corpo, sontuosamente adornato, venne inumato nel grande sarcofago posto di fronte all’ingresso, sotto alla lunetta di San Lorenzo.
Lo storico ravennate Girolamo Rossi, nel libro undicesimo delle Storie ravennati, racconta della distruzione di questa gloriosa sepoltura: «Il 3 maggio [1577], si verificò un caso davvero di poco conto, ma tuttavia utile per la storia. In questo mese si è soliti, secondo antichissima tradizione, aprire le porte di tutte le chiese di questa città […]; così fanno anche i monaci di S. Vitale per il sacello dei SS. Nazario e Celso, dove abbiamo spiegato che sta sepolta Galla Placidia. Allora per caso dei bambini introdussero nel suo sarcofago, attraverso uno stretto foro, delle candele, che vi caddero dentro; immediatamente la fiamma investì le tavole di cipresso che rivestono tutto l’interno del sarcofago e offrì subito la vista di un grande incendio. Immediatamente, per ordine dell’abate […], fu rimosso il gesso che teneva unito il coperchio all’arca e attraverso quei fori più grandi fu versata dentro molta acqua, dalla quale l’incendio fu estinto. In questa occasione io vidi sparse per il sarcofago le ossa di quella nobilissima principessa».

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