149 – Tremule stelle d’oro

Mosaici Mausoleo Galla PlacidiaTra le più suggestive visioni del Mausoleo di Galla Placidia può essere annoverata quella di Antonio Beltramelli, autore di un libretto dal titolo quanto mai evocativo: Ravenna la Taciturna.
Edito a Firenze nel 1907 da Vittorio Alinari, questo agile scritto racconta Ravenna nelle sue innumerevoli sfaccettature, restituendo l’immagine di una città misteriosa a cui la storia ha tolto «il tempo e il destino».
Imperdibile è la visione del Mausoleo della «tragica regina», a partire dalla sua soglia «cui l’erba amica del silenzio e della solitudine recinge» sino ai celebri mosaici: «Un artista ignoto colse dai cieli notturni, un giorno lontano, le tremule stelle d’oro e, nella piccola imagine umana, le fissò a gloria di un sepolcro nel quale si spense l’estremo palpito dell’impero. Sotto l’ombra soverchiante di San Vitale, fra diroccate mura, in un breve recinto erboso sorge il mausoleo di Galla Placidia Augusta. Semplice e dispoglio all’esterno, non rivela neppure fugacemente la sua bellezza severa e solenne. […] Da le finestrelle antiche, rivestite ancora delle loro fulgide tessere, piove una luce scarsa, tenue, che ammorza ed avviva ad un tempo la gamma degli ori e degli azzurri. […] Tutta nel profondo bagliore di quel breve spazio di cielo notturno cosparso di stelle d’oro è la grandiosa significazione dell’antico artista; ciò che ride di giovanilmente pagano entro la breve cerchia dei muri è superato dall’immensità di quella visione che si innalza ad esaltare la croce di Dio».

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