Dischi per la colazione della domenica di Andrea Amati

a cura di Andrea Amati *

28166510 1821333451212869 2259523572142009000 NA 30 anni suonati, dovendo scegliere una serie di album da presentarvi, mi sono reso conto della cura quasi maniacale che metto in campo nello scegliere quale disco ascoltare appena sveglio, in particolar modo la domenica mattina. Di conseguenza mi è sembrato abbastanza naturale optare per una serie di opere che hanno caratterizzato alcuni dei miei risvegli, delle mie colazioni e delle mie mattine delle domeniche di questi anni… Mi piace ascoltare musica appena sveglio, mi piace svegliarmi e scegliere una colonna sonora che assecondi il mio stato d’animo mentre preparo il mio pasto preferito, la colazione!
“In the (Sunday) morning”, dunque…

Danger Mouse & Daniele Luppi – Rome Il musicista e produttore americano Danger Mouse oltre alle produzioni stellari di album di gente come U2, Black Keys, RHCP, Beck & co e all’interssante progetto Gnarls Barkley (ricordate che pezzo figo, “Crazy”?), pubblica dischi molto diversi tra loro con collaboratori di prim’ordine. Io amo il suo Rome, scritto con il nostro Daniele Luppi, registrato proprio nella Capitale alcuni anni fa e suonato quasi interamente da musicisti italiani con due pazzesche voci ad alternarsi in quasi tutto il lavoro, nientemeno che Norah Jones e Jack White. Rome è un omaggio chiaro, almeno ai miei occhi, al mondo musicale di Morricone, a quell’epica western e spaghetti western molto anni ’60. È un disco caldo che ho amato sin da subito, ostinatamente vintage nei suoni, nelle scelte produttive e nella confezione (bellissima la copertina!); un disco fatto di suoni, di atmosfere ma anche di alcune grandi canzoni, su tutte “Two against one” e la morriconianissima “Black”.
Una colazione tutto sommato dolce con un tocco in più, magari un uovo sodo o semplicemente un caffè particolarmente forte.

Beck – Sea Change Sostanzialmente amo Beck in tutto quello che fa. E fa un sacco di cose saltellando, di disco in disco, dal lo-fi al funk, dall’acustica al synth plasticoso.
Sea change è un capolavoro! Un disco lineare anche musicalmente, arrivato dopo anni di sperimentazioni e colori a tinte forti; qui il genietto di L.A. imbraccia una chitarra acustica, ascolta vagante di Neil Young, Nick Drake eccetera eccetera  e confeziona un lavoro rilassato, semiacustico  perfetto per la mia colazione. Il grande Nigel Godrich (un top player della produzione, dai Radiohead a sir Paul Mc Cartney) produce in modo magistrale, asciuga, crea la commistione perfetta tra i classici suoni acustici americani, un’elettronica quasi impercettibile e gli archi donando una grande forza ai brani, cantati come sempre in modo splendidamente indolente dal nostro.
Un buon estratto di frutta, dei cereali, yogurt e una bella domenica mattina di sole! Non c’è disco migliore di questo, ragazzi. E se proprio vi piace, ascoltate anche “Morning Phase”… identico artista, identiche caratteristiche, uscito circa 10 anni dopo.

Eels – Hombre Lobo Ho saputo che gli Eels suoneranno a Cesena in Estate e la cosa mi riempie di gioia perché erano anni che sognavo di vederli live, perché sono un gruppo che spacca e Mr. Everett è un vero figo! Sulle colline riminesi c’era una locanda che si chiamava Harissa e che, oltre a ospitare concerti di tutti noi, la domenica mattina organizzava una colazione salata, anzi un vero e proprio brunch. Ci sono stato qualche volta e nella mezz’ora abbondante che separa casa mia dalla locanda mi ascoltavo sempre questo disco a tutto volume! Chitarre elettriche, voce spesso distorta, pezzi tirati e ballate come sempre struggenti. Un disco ruvido, schietto che non riesci a classificare temporalmente, come altri lavori della band americana, che spazia tanto e che, in questo episodio, propone “12 songs of desire”. Con brani come “Lilac Breeze” e “Tremendous Dinamite” non si può non pensare al sapore del bacon croccante e del brunch super calorico, “In my dreams” è perfetta per lo sciroppo d’acero sui pancakes, dolce e rarefatta…
Consigliatissimo, ma scordatevi cappuccio e croissant.

Bianco – Guardare per Aria Volevo ovviamente inserire un cantautore italiano, possibilmente pescando nella (eterna) nuova leva e ho scelto il cantautore torinese che ho scoperto e iniziato a seguire proprio con questo bellissimo disco, un lavoro rilassato, profondo e semplice. La semplicità è molto complessa da ottenere e soprattutto è molto complessa da proporre perché, in un mondo musicale indipendente pieno di ghetti e di giardinetti ben recintati, spesso viene immediatamente scambiata per retorica se non per infantilismo. Bianco riesce ad essere molto credibile qui, scrive e suona canzoni belle e sembra credere molto a quel che canta. L’eco dei grandi cantautori è lì, e anche di Niccolò Fabi con cui il nostro ha già suonato in diversi tour, ma il disco mantiene una sua personalità precisa sia nei pezzi più intimi che in quelli un po’ più veloci (bello il duetto con Levante in “Corri, corri”). Brani come “Volume”, “Drago”, “Aeroplano” mi hanno conquistato subito e mi hanno fatto compagnia in tantissime colazioni alla domenica mattina…
Caffè, un pochino di latte, marmellata e “guardare per aria” on air.

* Andrea Amati è un cantautore di Santarcangelo di Romagna. Il 2 marzo è uscito il suo secondo album, Bagaglio a Mano

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