giovedì
06 Novembre 2025
Rubrica Controcinema

Chi ama Yorgos Lanthimos non sarà deluso dal suo nuovo film

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È appena uscito il nuovo film Bugonia del regista greco Yorgos Lanthimos. In concorso a Venezia 2025, non deluderà quanti hanno amato negli anni il cinema di Lanthimos, sempre tra visioni grottesche del mondo con un retrogusto amaro fatti di cinici iperrealismi (Dogtooth, Kind of Kindness, Poor Things!, Il sacrificio del cervo sacro), malate ma surrealmente divertenti incursioni nella fantapolitica (The Lobster), geometriche rappresentazioni del Potere e dei rapporti di forza tra gli esseri umani (La Favorita). Il metaforico titolo Bugonia (in greco “nascita di un bue”) proviene dalla mitologia greco-romana, secondo il quale dalla carcassa morta e putrefatta di un bue poteva nascere uno sciame di api. Siamo ad Atlanta, negli Stati Uniti. Teddy Gatz (Jesse Plemons) è un umile lavoratore nel reparto spedizioni della enorme azienda farmaceutica Auxolith. Abita in una casa in campagna col cugino autistico Don. Nessun altro parente o amico. L’unica sua attività extra è un allevamento amatoriale di api.

Teddy è il classico complottista di inizio millennio, imbevuto di teorie strampalate e letture disordinate, di improbabili video e siti di contro informazione. Teddy ha maturato una convinzione: la Terra è sotto attacco da parte di una specie extraterrestre proveniente dal pianeta Andromeda, specie che si è mescolata di nascosto tra noi per invaderci, dominarci e distruggere il pianeta. “Le api stanno morendo, è stato pianificato così: vogliono farci fare la fine delle api”, questo ripete al cugino Don, l’unico al quale spiega come stanno veramente le cose. E nel tempo, attraverso i suoi pseudo studi, si è convinto che la leader degli Andromediani sia Michelle Fuller (Emma Stone), l’amministratrice delegata della Auxolith. Lui è l’unico a conoscere la verità. Insieme a Don organizza il rapimento della CEO Michelle, per poter ricattare gli Andromediani e salvare la Terra. L’impresa riesce, e Michelle Fuller è loro prigioniera. A nulla valgono le parole della donna per far ragionare i due complottisti: per Teddy e Don, lei è una aliena.… Non vado oltre, per non rovinare la storia.

Lanthimos riprende tutti i temi e gli stili a lui cari, con tre personaggi uno più eccentrico e grottesco dell’altro, con una narrazione esagerata e surreale, ma anche verosimile. La fantascienza non è più visione di un futuro temporale migliore o peggiore, ma esplorazione spaziale delle nostre nevrosi contemporanee. La fantapolitica, genere distopico, è ora retrocessa a cronaca, a post e video complottisti, a satiriche immagini di una Terra Piatta, a una informazione diventata intossicazione. La conoscenza è una reliquia frantumata da una post verità che però, attenzione, è sempre più imprevedibile. Tra il Vero e il Falso, l’imprevedibilità di ogni teoria porta alla catastrofe, dalla quale però le api, come nel mito, potranno risorgere.

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