lunedì
18 Agosto 2025
Rubrica Controcinema

Con “Kissing Gorbaciov” si rivive l’epopea dei CCCP e degli anni ’80

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KISSING20GORBACIOv
I CCCP fedeli alla linea, quarant’anni dopo

Potrete vedere in sala anche a Ravenna un bel documentario italiano su un meraviglioso pezzo di storia della musica italiana: Kissing Gorbaciov, di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, datato 2023.

All’inizio degli anni ’80 nasceva una delle band italiane più mitiche ed epocali di quella generazione: i CCCP Fedeli alla linea di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, insieme ai performer di scena Annarella Giudici e Danilo Fatur. Per loro stessa autodefinizione, ovviamente da prendere nella loro voluta e intenzionale contrapposizione, erano sia un gruppo di musica
melodica italiana che di punk filosovietico, e hanno segnato in maniera geniale e irreversibile la scena musicale italiana.

E si chiamarono CCCP. cioè Unione Sovietica, perché il mondo degli anni ’80 era diviso in due e il punk di due ragazzi delle colline di Reggio Emilia trapiantati a Berlino non poteva che seguire, amare e odiare entrambe le contraddizioni del sistema capitalistico e di quello sovietico, dei due imperi dell’epoca.

Kissing Gorbaciov racconta di un evento quasi storico. Nell’estate del 1988 a Melpignano, piccolo paese di 2.000 abitanti in un Salento non ancora scoperto dal turismo di moda, uno dei pochissimi comuni amministrati dal PCI in Puglia, un giovane sindaco realizza un’idea folle e impossibile: un festival musicale rock-punk in cui ospitare le band italiane più controcorrente come per l’appunto i CCCP e i Litfiba, insieme alle prime band rock sovietiche, per la prima volta a esibirsi in Occidente. Il progetto fu approvato da Gorbaciov in persona e finanziato dall’URSS, in uno scambio culturale e musicale che avrebbe portato l’anno dopo, nel marzo del 1989, i CCCP a esibirsi a Mosca e a Leningrado.
Il documentario narra di quel doppio evento attraverso il punto di vista dei CCCP e di chi organizzò e partecipò il doppio evento, tra filmati originali dell’epoca e una bella intervista a tutti gli ex membri del gruppo. Erano gli anni della Perestrojka e della Glasnost, di Reagan e Gorbaciov, ma in quel viaggio in Unione Sovietica si vedeva già un enorme paese e tutto un sistema allo sbando. In sei mesi sarebbe crollato quel Muro di Berlino a fianco del quale avevano vissuto Ferretti e Zamboni, e in due anni l’URSS sarebbe
collassata.
Ma furono comunque anni di creatività geniale e tagliente, ed è bello ritrovare oggi tutti i CCCP a rivivere insieme a noi quella fenomenale stagione di musica, cultura e politica, senza facili rimpianti, ma con l’energia di chi procede sempre nell’arte.

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