Caldo caldissimo, praticamente anomalo

Stiamo attraversando l’ennesima* ondata di calore di questa bollente estate. Un tempo in estate stazionava sul sud dell’Europa il cosiddetto anticiclone delle Azzorre, una bolla d’alta pressione che durante l’inverno è posizionata verso ovest, sull’arcipelago portoghese nel mezzo dell’Atlantico. Una bolla calda ma non rovente, piuttosto umida, che deve le sue caratteristiche alla sua origine oceanica.

Sempre più frequentemente, al suo posto, ad interessare l’Europa si presenta una bolla di alta pressione di origine africana, che staziona invece sull’arroventato deserto sahariano.
Un’anomalia che si sta verificando con frequenza sempre maggiore.

Difficilmente, a parità di condizioni, il calore e il conseguente disagio complessivi saranno paragonabili a quelli avvertiti a fine giugno.
Da allora le ore di sole si sono notevolmente ridotte. Ora sorge attorno alle 6.20 e tramonta sulle 20, mentre a fine giugno sorgeva alle 5.30 e tramontava circa un’ora dopo. Si tratta di circa due ore in meno di irraggiamento, e di conseguenza, due ore in più di raffreddamento. Quattro ore di differenza non sono poca cosa.
Inoltre nello stesso periodo la sua inclinazione rispetto la verticale è aumentata, e i suoi raggi ci giungono meno diretti. Sia le ore di irraggiamento sia l’angolo di incidenza dei raggi solari sono massimi in corrispondenza del solstizio d’Estate (21 giugno), quando a mezzogiorno (le 13 vista l’ora legale) il sole raggiunge il punto più alto sull’orizzonte dell’intero anno.
Raggi più inclinati inoltre attraversano uno strato di atmosfera più spesso, quindi subiscono una maggiore assorbimento, in particolare della frazione infrarossa che è quella maggiormente responsabile del riscaldamento.
Di conseguenza il minore irraggiamento, per intensità e densità, di questi giorni produce un minore surriscaldamento del terreno. Quindi, anche se le temperature di picco fossero più elevate, abbiamo poi più tempo a disposizione per raffreddarci.

Questa anomalia climatica si sta presentando sempre più frequentemente, testimonianza diretta dei cambiamenti nella circolazione globale dell’aria dovuti ai mutamenti del clima ormai consolidati sul nostro pianeta.
Per anni alcuni “scienziati” sono stati profumatamente pagati da certi presidenti per negare queste preoccupazioni, per permettere loro di boicottare accordi di salvaguardia del pianeta ma onerosi dal punto di vista economico.
Neppure loro osano ancora negare questo evidente cambiamento. Che non si misura in episodi, ma in tendenze di lungo periodo. Che ormai sono delineate in maniera evidente.
E se era oneroso cercare di arrestare il processo mentre era ancora agli inizi, per la non linearità del fenomeno gli effetti anche sul breve periodo sono impossibili da prevedere. Uragani, tifoni, inondazioni ci accompagneranno con sempre maggior frequenza. Intere aree climatiche un tempo temperate stanno subendo una repentina desertificazione, con danni diretti alle attività produttive e agricole. Con costi inimmaginabili.

* L’abitudine di dare nomi altisonanti ad ogni ritorno di questa bolla di calore ha a che vedere più con la sociologia e -forse- con la psichiatria. Di certo non con la scienza, per quanto la trovata mediatica sia opera di un sito web di previsioni metereologiche serio. Non essendo i miei settori, ignorerò misericordiosamente il fenomeno.

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