Ecco dove si nasconde l’HIV

Grande successo della ricerca italiana: scoperti i nascondigli cellulari dell’HIV, uno dei virus più elusivi e pericolosi degli ultimi decenni.  L’HIV (Human Immunodeficiency Virus) è infatti il virus che causa la sindrome da immunodepressione acquisita, detta AIDS.

Nel 1981 il primo caso riconosciuto di AIDS negli Stati Uniti, cui segue la carneficina degli anni ’80 con l’AIDS che assume le proporzioni di una pandemia con esito quasi sempre mortale. Si diffonde specialmente negli ambienti ad altra promisquità sessuale o con diffuso uso di stupefacenti. Sono infatti i contatti sessuali o ematici a diffondere il contagio.
Il virus viene individuato per la prima volta nel 1983 da Fracoise Barrè-Sinoussi e da Luc Montagnier (Istituto Pasteur di Parigi) che otterranno per questa scoperta il Nobel per la Medicina nel 2008, dopo una disputa di attribuzione con Robert Gallo del National Cancer Institute (USA).

Mappa della diffusione dell'HIV

Mappa della diffusione dell’HIV nel mondo

Dal 1996 una combinazione di farmaci permette di tenere i sintomi dell’AIDS sotto controllo, cronicizzando la malattia senza tuttavia debellarla. Da allora l’emergenza si è spostata in alcune zone dell’Africa e dell’Asia dove il contagio si estende e la mortalità rimane altissima, provocando enormi problemi sanitari e sociali.

I virus sono una forma di vita primordiale che non è in grado di riprodursi autonomamente, e quindi utilizza il DNA dell’organismo ospite per farlo, inserendovi il proprio patrimonio genetico.
L’HIV è un virus particolarmente sfuggente: un retrovirus in realtà, che muta continuamente aspetto di fatto rendendo complicata la sua individuazione, al punto che è nata una branca speudoscientifica che è arrivata a sostenere che l’HIV in realtà non esiste. Per saperne di più.

Il Prof. Mauro Giacca

Il Prof. Mauro Giacca dell’ICGEB di Trieste

Forse ora si può apprezzare meglio la portata della scoperta compiuta dal gruppo di ricerca dell’ICGEB (International Centre for Genetic Engeneering and Biotechnology) di Trieste, sotto la guida del Prof. Mauro Giacca.
I ricercatori di Trieste hanno trovato i nascondigli del virus nel DNA ospitante: tra gli oltre ventimila geni che compongono il nostro DNA solo quelli con due proteine (NUP153 e LEDGF/P75) possono ospitare il virus.
Un passo importante per la ricerca di uno scudo specifico per impedire in modo selettivo l’ingresso dell’HIV nelle sue tane.
Una scoperta cruciale verso una cura mirata dell’AIDS.

di Serena Fagnocchi

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