mercoledì
25 Giugno 2025
Rubrica Eppur si muove

Kurt Godel, logica e follia

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Ho da poco visitato la mostra Borderline al MAR di Ravenna. Un percorso bello e suggestivo che indaga il rapporto tra Arte e follia.
E mi è venuto in mente che lo stesso rapporto si può proporre anche tra Scienza e follia. La cosa non mi ha sorpreso: sia l’Arte che la Scienza coinvolgono le profondità dell’animo umano e spesso la sensibilità dell’artista, così come quella dello scienziato, emergono fino ad essere parte integrante della loro opera. E’ interessante notare come la disciplina scientifica col maggior tasso di follia sia la Matematica, di gran lunga la branca scientifica col maggior grado di astrazione. Pur nel rigore formale, la fantasia e la creatività hanno nella matematica un ruolo straordinario.
All’argomento sono stati dedicati anche alcuni film: come “A beautiful mind” su John Nash, esperto di teoria dei giochi che vince il Nobel per l’Economia nel 1994, oppure “Morte di un matematico napoletano” sul nostro Renato Caccioppoli, che tra l’altro era nipote dell’anarchico russo Bakunin.

einstein-and-godel
Che io sappia nessun film descrive la vita di Kurt Godel, probabilmente il più grande logico mai esistito.
Con pochissime pubblicazioni è stato capace di rivoluzionare le basi logiche della Matematica e aperto la strada della moderna informatica (Alan Turing, di cui abbiamo parlato in un altro post, parte dai suoi lavori).
Suo è il suo fondamentale Teorema di incompletezza del 1931.
Egli dimostra, in maniera geniale e beffarda in un articoletto di poche pagine, che una costruzione matematica basata su teoremi che dimostrano solo proposizioni vere porta inevitabilmente a contraddizioni. E come potete immaginare in Matematica le contraddizioni non sono affatto gradite.
La conclusione, del tutto inattesa, è che se un sistema vuole essere consistente, allora non può essere “completo”, ovvero deve contenere verità non dimostrabili.
Ciò getta il panico tra i logici del tempo che si aspettavano tutt’altro. E scrive una nuova  storia della Scienza e della Matematica.

Kurt Godel nasce a Brno in Moravia (attualmente in Rep. Ceca) il 28 aprile 1906 in una famiglia di imprenditori tessili. Studia logica matematica a Vienna, dove frequenta il Wiener Kreis, un circolo di filosofi e scienziati di stampo razionalista positivista (per i quali tutto si può spiegare attraverso logica e osservazione), da cui tuttavia mantiene sempre una distanza critica.
Ottiene il dottorato nel 1930 e poi va a Princeton, dove troverà anche Einstein.

Inizia a soffrire di disturbi mentali e di ipocondria, che si manifestano attraverso un’immotivata paura di avvelenamenti, paranoie sul cibo e conseguente denutrizione. Assume inoltre molti farmaci per un immaginario problema cardiaco.
L’unico sollievo viene dalla cura e vicinanza della moglie, Adele Porkert, ballerina viennese di 6 anni più vecchia di lui, cattolica, divorziata e con una voglia che le deturpa il viso.
I due si sposano nel 1938 e lei si occuperà di lui tutta la vita, spesso assaggiandogli prima il cibo per tranquillizzarlo.

Nel 1948 Godel ottiene la cittadinanza americana, con Einstein a garantire per lui e a scongiurare un inconveniente potenzialmente deleterio, pregandolo, al momento del giuramento, di non evidenziare tutte le contraddizioni logiche che aveva rilevato nella Costituzione Americana.

Einstein si prende a lungo cura di lui, accompagnandolo in passeggiate quotidiane che sembrano procurargli sollievo.
Godel dal canto suo regala ad Einstein una nuova soluzione delle sue equazioni della Relatività Generale.

Diviene professore ordinario solo nel 1953, poiché in molti continuano a dubitare della sua stabilità mentale, per le continue lamentele riguardo alla presunta letalità del suo frigorifero. Infatti in seguito la sua salute mentale lo costringe a lunghi periodi di inattività.

Muore nel 1978 per denutrizione, in un periodo in cui la moglie, ricoverata a lungo in ospedale per un intervento, non ha potuto occuparsi di lui.

“Non esiste grande genio senza una dose di follia”.
Aristotele

“Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri”. 
Arthur Schopenhauer

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