giovedì
19 Giugno 2025
Rubrica Eppur si muove

La fine del mondo

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Il 21 dicembre 2012, solstizio d’inverno, ovvero la notte più lunga dell’anno, finisce il calendario Maya. E qualche mattacchione, non si sa bene su che basi, ha voluto interpretare questa ricorrenza come la fine del mondo.
Questo tema ritorna ciclicamente: già nel 2000 in molti si aspettavano sciagure, ad esempio.

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Ogni tanto, chissà perché, ritorna in auge qualche teoria che predice la fine del mondo. E chissà perché in molti si preoccupano più dei Maya che dell’aria che si respira o delle schifezze che si mangiano…Chissà, forse preferiamo credere alle cose che non possiamo controllare, che ci deresponsabilizzano, e ci costa invece molta fatica cercare di migliorare ciò che possiamo controllare.

Comunque il calendario Maya è ciclico, a differenza del nostro che è lineare, e come tutti i cicli ad un certo punto si chiude. In effetti quello stesso calendario ha anche un inizio, ma nessuno si è mai sognato di dire che prima non esisteva il mondo (o almeno così spero!).

Ciò non significa che prima o poi il mondo non finirà. Anche se non accadrà domani o dopodomani*.

Intanto dovremmo metterci d’accordo su cosa si intende per “fine del mondo”: fine dell’Universo, del sistema solare, del nostro pianeta, del genere umano?

Quanto al futuro del nostro Universo non è ancora chiaro se continuerà per sempre la sua espansione, raffreddandosi e trasformandosi in un gelido cimitero di stelle e galassie; oppure se ad un certo punto invertirà la sua espansione in contrazione, diventando sempre più caldo e denso fino a ritornare alle condizioni che diedero luogo al Big Bang, dando origine ad una nuova esplosione e quindi ad un nuovo inizio. Se questo fosse il caso, chissà a che numero di “rimbalzo” siamo (ma questo è esattamente il genere di domande che non ha molto senso porsi).
Le condizioni che discriminano tra l’uno o l’altro scenario sono la composizione di materia e di energia dell’Universo e l’azione della forza gravitazionale su larga scala. Sul nostro Universo si sa ancora troppo poco di entrambe le questioni: probabilmente il 90% della materia che lo compone è sconosciuto (detta appunto “materia oscura”**) mentre la gravità è testata solo su scale paragonabili al sistema solare.
In ogni caso questi scenari distano decine di miliardi di anni e non dovrebbero turbare i nostri sonni.

La fine del Sole, e la conseguente morte del nostro sistema solare e del nostro pianeta, è invece più chiara. Il Sole, che splende da circa 5 miliardi di anni è a metà della sua vita: tra circa altri 5 miliardi di anni il suo combustibile nucleare, cui deve la sua luminosità, andrà esaurendosi e si trasformerà in una “gigante rossa”, una stella molto grande e relativamente fredda (3000-4000 gradi, rispetto ai 6000 attuali della superficie del Sole). Tutto questo si può ben calcolare date le sue dimensioni, massa e temperatura, che sono note. Aumenterà le sue dimensioni fino ad inglobare buona parte dei suoi pianeti, tra cui sicuramente la Terra. Poi si raffredderà e si spegnerà del tutto.
Il pianeta su cui abitiamo finirà quindi arrostito, ma questo accadrà tra qualche miliardo di anni e non vale la pena di allarmarsi.

Il genere umano invece ha sorte più effimera, essendo legato a circostanze e condizioni particolarissime di temperatura, atmosfera, presenza di acqua, di cibo, di ossigeno… Prima della fine naturale del nostro pianeta, potrebbero accadere diversi eventi in grado di far sparire la nostra specie. Potremmo essere colpiti da un asteroide di grandi dimensioni come quello che ha causato la scomparsa dei dinosauri; potrebbero avvenire cambiamenti climatici catastrofici in grado di estinguerci; potrebbe tornare un’era glaciale; potremmo venire sterminati da un nuovo ceppo di virus mutante; potremmo autodistruggerci con una guerra nucleare…

Tutti eventi finali per noi, ma assolutamente innocui per il nostro pianeta, che si darà una scrollatina e continuerà il suo ciclo.

“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”
Lao Tzu, Tao Te Ching

* Comunque, per stare dalla parte del sicuro, il post l’ho pubblicato oggi.

** Materia Oscura: non perché è materia buia, che non si vede (anche), ma perché proprio non si sa di cosa è fatta.

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