lunedì
16 Giugno 2025
Rubrica Eppur si muove

La terra trema

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In questi giorni tutto il Nord-Italia è interessato da un intenso sciame sismico. L’episodio più rilevante, finora, è stato quello di venerdì pomeriggio di magnitudo 5.4 sulla scala Richter, con epicentro in provincia di Modena e avvertito anche a Ravenna.

Come ben noto dalla tettonica a zolle, le placche si muovono le une rispetto alle altre originando la deriva dei continenti. Le congiunzioni tra placche contigue sono dette faglie. Questo movimento è costante ma impercettibile per l’uomo. Col tempo, nei punti di contatto, per sfregamento o compressione, energie enormi si accumulano, finché avviene uno scivolamento reciproco che libera l’energia accumulata alla ricerca di un nuovo assetto più stabile. Fino allo scivolamento successivo. Questo spostamento repentino delle placche è quello che noi avvertiamo come terremoto.
I terremoti che avvertiamo in superficie sono dovuti alle onde “sismiche” che si propagano a seguito di questa liberazione di energia dovuta a tensioni a lungo accumulate lungo i contatti tra faglie.

A volte si assiste ad un singolo rilascio che permette di trovare subito una nuova situazione di equilibrio complessiva, altre volte si assiste ad una sorta di effetto domino in cui lo spostamento delle placche in un punto induce “per caduta” il successivo spostamento in altri punti. Questo è lo sciame sismico.

Mentre è facile affermare che in zone attraversate da faglie -come l’Italia- i terremoti sono eventi non insoliti anzi piuttosto comuni, oppure è facile prevedere terremoti cosiddetti “di assestamento” a seguito di episodi particolarmente rilevanti, difficile per non dire impossibile è prevedere dove, quando, con che intensità e a che profondità avverrà un terremoto.

La scossa di magnitudo 5.4 Richter è stato un episodio piuttosto intenso. Ricordiamo che uno di 6.1 Richter ha distrutto L’Aquila nel 2009.
Inoltre la scala Richter è logaritmica, non lineare: ciò significa che una magnitudo 6 Richter non rilascia il doppio di energia di uno di magnitudo 3, bensì mille volte maggiore (106-3=3= 1000).

Il luogo di rilascio dell’energia è stato particolarmente profondo (60 Km). Ciò è stato il motivo per cui si è avvertito anche a grande distanza, e gli effetti in superficie anche in prossimità dell’epicentro contenuti. Certo i danni dipendono anche dal tipo di suolo (sabbia meglio di roccia) e del tipo di costruzioni. Un terremoto di magnitudo 9 in un deserto di dune non provocherebbe danni di rilievo. Peccato che poche faglie attraversino i deserti di dune.

Vista l’impossibilità di prevedere eventi sismici importanti, e quindi di procedere a piani di sicurezza o evacuazione, l’unica nostra vera difesa rimane il costruire rispettando con cura le normative antisismiche. Come ben sanno in Giappone che è abituato a sismi di ben altra intensità. Quello che ha distrutto il paese circa un anno fa ( 9° grado della scala Richter, profondità circa 30 Km) è stato uno dei dieci sismi più intensi mai registrati, e i danni catastrofici non sono stati direttamente provocati dal terremoto, ma dallo tzunami che esso ha generato.

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