Margherita Hack: rigore, leggerezza e misura Seguici su Telegram e resta aggiornato E se ne è andata anche Margherita Hack, a pochi mesi di distanza da Rita Levi Montalcini, con la quale contendeva il primato di scienziata più famosa d’Italia. Due donne molto diverse, una biologa e un’astrofisica, tanto aristocratica una quanto popolare l’altra, premio Nobel una e straordinaria divulgatrice l’altra. Entrambe eccezionalmente lucide, dirette, oneste intellettualmente, autentiche. Tutte doti molto rare oggigiorno, e di cui si sente sempre più la mancanza. L’Italia perde così un altro punto di riferimento scientifico e laico. Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922 in una famiglia anticonformista che le insegna il rispetto per ogni forma vivente e che la indirizza verso lo sport e lo studio della Scienza. Sarà campionessa di salto in alto e in lungo, si laurea in Fisica nel 1945 e non mangerà carne fino alla morte. Anticonvenzionale con naturalezza, sincera fino alla ruvidezza, atea e ferma oppositrice di ogni supersitizione, vegetariana dalla nascita quando esserlo non era considerato di moda, intraprende la carriera accademica ottenendo la cattedra di ordinario in Astronomia a Trieste nel 1964 e nello stesso anno diventa la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste (ruolo che manterrà fino al al 1987) portandolo al prestigio internazionale. A fianco della carriera accademica porta avanti battaglie sui principi e di laicità nel Paese, e non si risparmia l’attività politica. Ma più di ogni altra cosa si scopre grandiosa comunicatrice: il suo marcato accento fiorentino, il suo aspetto fuori dagli schemi, l’occhio azzurro limpidissimo e la sua risata sempre pronta diventano marchi inconfondibili per le sue conferenze scientifiche, gremite all’inverosimile. Lei è la migliore conferma del fatto che in molti in questo Paese hanno voglia di sentire parlare di scienza in modo semplice e chiaro ma profondo. Parlava di stelle e di Universo, da sempre oggetto da parte dell’uomo di fantasie, curiosità e sogni. Lei li spogliava da ogni romanticismo e superstizione e li restituiva rivestiti del rigore della scienza; e tutti ad accorgersi stupefatti che erano ancora più belli di prima. Non era una scienziata da premio Nobel e ne era consapevole lei per prima, grazie ad un innato senso della misura. Se avesse saputo che Dario Fo l’aveva proposta per questo premio si sarebbe fatta una bella risata e gli avrebbe dato del “bischero”. Ciao Margherita, mi manchi già. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Eppur si muove