lunedì
16 Giugno 2025
Rubrica Eppur si muove

Quando si dice Caso, ma è Serendipity

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Serendipity, ovvero la capacità di trovare una cosa mentre se ne sta cercando un’altra.
Saper riconoscere qualcosa che non si conosce e che non si cerca neppure.

In italiano, chissà perché, non esiste la traduzione.
Qualcuno lo chiama “caso”, ma in realtà sarebbe meglio parlare di grandi spiriti critici, e quindi, nello specifico, di grandi scienziati.
Quante volte vi sarà capitato di sentire ripetere che una grande scoperta è avvenuta “per caso”, e spesso sono gli stessi ricercatori a dirlo.
Rita Levi Montalcini dice di aver scoperto “per caso” il fattore di crescita neuronale che in seguito le sarebbe valso il Premio Nobel.
FlemingFleming scopre la penicillina quando “per caso” (o negligenza) una muffa contamina una coltura di batteri.
Lorenz scopre i sistemi caotici dovendo far girare due volte lo stesso programma di simulazione meteo, a causa di una imprevista interruzione di corrente.
Penzias e Wilson rivolgono il loro telescopio verso il cielo per tararlo e trovano invece un fastidioso rumore di fondo che non riescono ad eliminare. E’ la radiazione cosmica di fondo, prova fossile del Big Bang, e vale loro il Nobel nel 1978.

Se Fleming avesse trascurato la cosa, buttando via il vetrino contaminato come avrebbe fatto uno studente diligente, non avremmo avuto il primo antibiotico in grado di salvare milioni di vite. Se Lorenz non si fosse curato della differenza tra i due risultati e avesse preso per buono l’ultimo, senza mettersi ostinatamente a far rigirare lo stesso programma per mesi; se Penzias e Wilson avessero ritarato il loro telescopio per eliminare la fastidiosa ma minuscola interferenza; insomma, se si fossero trascurate o eliminate le osservazioni scomode, la Scienza avrebbe fatto molti meno passi in avanti, e noi con essa.

Wilson-PenziasNon è “caso”, questo, bensì una delle capacità più straordinarie dei grandi scienziati e dei grandi uomini dotati di uno spirito libero e totalmente estranei a pregiudizi e condizionamenti. Perché è facile riconoscere e accettare le osservazioni che si attendono o che comunque confermano le nostre ipotesi e le nostre previsioni, meno facile accettare quelle che non ci aspettiamo o che contraddicono le nostre attese.
C’è una legge non scritta nella Scienza: le osservazioni e i dati contrari alle previsioni hanno un peso maggiore di quelli a favore. E’ difficile da seguire, poiché in ogni altro ambito sembra valere la legge opposta: dare peso a ciò che conviene ed ignorare o nascondere ciò che è scomodo. E fare spallucce recitando “ è l’eccezione fa la regola”.

Ma in Scienza l’eccezione non conferma mai la regola, semmai apre nuove strade.
Sempre si sia capaci di vederle nelle sconfitte.

«Serendipity è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.»
Julius Comroe Jr.

Altri esempi di scoperte avvenute grazie alla serendipity:

. L’America da parte di Cristoforo Colombo che cercava le Indie (ma non se ne accorse, quindi per me non vale).
. La dinamite da parte di Alfred Nobel.
. I neuroni specchio. Mangiando casualmente una banana davanti ad una scimmia, un ricercatore vide che i neuroni motori del macaco “sparavano” impulsi elettrici, anche se l’animale non stava compiendo nessun gesto.
. Il Viagra, scoperto per caso dalla compagnia farmaceutica Pfizer mentre cercava un farmaco per curare l’angina pectoris.
. Il pianeta Urano da parte di William Herschel, che stava cercando delle comete. Solo quando notò l’orbita circolare, si rese conto che si trattava di un pianeta.
. I Raggi X, scoperti da Wilhelm Conrad Röntgen mentre eseguiva al buio esperimenti sulla produzione dei raggi catodici.
. Perkin trovò la prima colorazione artificiale mentre cercava di sintetizzare il chinino, un potente antimalarico (e diventò pure ricco).
. Il World Wide Web, nato al CERN di Ginevra come mezzo di comunicazione scientifica interno.
. La colla dei Post-it, il cui inventore in realtà stava cercando di realizzare un collante estremamente forte ottenendo, invece, un collante debole, che non macchiava e che si poteva attaccare e staccare con facilità.

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