domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Eppur si muove

Quanto dura un anno?

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Inizia oggi il nuovo anno, primo dei 365 giorni che lo compongono.

La misura del tempo e la sua scansione legata ai cicli della vita e a quelli astronomici, è da sempre materia complessa, affidata alle mani degli studiosi (matematici e astronomi) e collegata ai culti sacerdotali. Ogni popolo, ogni periodo e ogni religione possiede il proprio calendario. Recentemente quello maya, che finiva il suo ciclo il 21 dicembre 2012, è stato al centro di strampalate profezie di fine del mondo.

La scansione dell’anno, la sua durata e la sua suddivisione, non è sempre stata quella attuale, neppure da noi.
Intanto osserviamo che il ciclo è legato al movimento della Terra intorno al Sole (anno, dal latino annus, cerchio) e della Terra su se stessa (giorno). Il mese e la settimana sono approssimativamente legati alla Luna e alle sue fasi.
Unità di misura naturale del tempo è quindi il giorno. Intanto va rilevato che in un anno non c’è un numero perfettamente intero di rotazioni della Terra su se stessa (giorni appunto). Ma quanti giorni deve quindi durare un anno? Anzi, prima ancora di ragionare su questo, cosa è l’anno?
Esistono tre tipi di definizioni, e quindi tre tipi diversi di anno cui fare riferimento:
. Anno solare: periodo di tempo che passa tra due successivi ritorni del Sole nel medesimo punto equinoziale (365g, 5h, 48m, 46s), quello che poi viene utilizzato.
. Anno siderale: periodo di tempo che passa tra due successivi ritorni del Sole nel medesimo punto rispetto alle stelle fisse (365g, 6h, 9m, 10s),
. Anno lunare: che tiene conto dell’intervallo di tempo che intercorre tra due noviluni (29g, 12h, 44m, 3s).

CALENDARIO_EGIZIO>Ma questi calcoli sono molto successivi ai primi solidi tentativi di introdurre un calendario.
L’anno di 365 giorni è di origine egizia, e da noi è stato introdotto da Giulio Cesare nel 45 a.C. . Egli, seguendo le indicazioni del matematico alessandrino Sosigene, ha tenuto conto anche dello scarto rispetto all’anno solare di 6 ore nei 365 giorni, aggiungendo un giorno ogni 4 anni. L’anno bisestile. Questo è il calendario Giuliano.

Così facendo si trascuravano comunque 11 minuti abbondanti, che negli anni si accumularono falsando il calendario. Nel XVI secolo si erano ormai accumulati circa 10 giorni, e capitava che la primavera cominciasse l’11 marzo invece del 21. E visto che la Pasqua è legata al 21 marzo (e non all’equinozio, come deciso nel 325 nel Concilio di Nicea), il pontefice Gregorio XIII si accorse che di quel passo la Pasqua si sarebbe celebrata in Estate. Decise di porre rimedio a questo sfasamento: egli recuperò in una notte lo scarto dei 10 giorni, imponendo con la bolla Inter gravissimas che la notte del 4 ottobre 1582 si passasse direttamente al 15 ottobre.
Il 1582 fu quindi un anno di soli 355 giorni.
ANTICHI_CALENDARIInoltre da quel momento il problema degli 11 minuti viene risolto da una speciale commissione di scienziati, sopprimendo il bisestile negli anni centenari non multipli di 400. Vale a dire, sono bisestili gli anni 1600, 2000, 2400… mentre non lo sono gli anni 1700, 1800, 1900, 2100, ….
Esso lascia ancora un errore di circa 6 giorni ogni 10mila anni. Occorrerebbe sopprimere un giorno ogni 3.323 anni: quindi essendo stato istituito nell’anno 1582, nell’anno 4905 dovremo ricordarci di sopprimere un giorno. Vabbé.
E’ il calendario gregoriano.

Diverse proposte sono in grado di migliorare la precisione del calendario gregoriano su periodi ancora più lunghi, ma in realtà si tratta di un esercizio poco interessante. Pur potendo calcolare oggi la durata dell’anno con precisione altissima, essa non è costante nel lungo periodo. L’orbita terrestre cambia per l’interazione con gli altri pianeti, e di conseguenza cambia la durata dell’anno. Inoltre anche la durata del giorno sta variando lentamente per effetto delle maree. Quindi più che sprecare energie in un utopistico calendario perfetto, occorre tenere sotto controllo la situazione e apportare le dovute correzioni aggiungendo un secondo ogni tanto, cosa compatibile con la maggior parte delle attività che ci coinvolgono.

Così il calendario gregoriano è quello che utilizziamo anche noi, ancora oggi. A partire dal 1582 è stato via via adottato da tutti i Paesi (gli stati luterani, calvinisti e anglicani durante il XVIII secolo, quelli ortodossi ancora più tardi). Ad eccezione delle chiese ortodosse di Russia e Grecia che continuano anche oggi a seguire il calendario giuliano.
E’ per questo che i russi festeggiano il Natale il 7 gennaio (nostro).
Ed è per questo che la Rivoluzione d’Ottobre avvenne in novembre. Il nostro novembre.

Curiosità I: Di solito nei calendari lunari l’inizio del giorno è posto al tramonto del sole (ebraico e musulmano), nei calendari solari al sorgere del sole (antico egizio e persiano), alla mezzanotte (romano) oppure a mezzogiorno (astronomico).

Curiosità II: Non tenendo conto dello scarto di quasi sei ore con l’anno solare, l’antico calendario egizio perdeva un giorno ogni 4 anni: quindi ogni 1460 anni il calendario egizio accumulava un anno intero rispetto a quello giuliano, e il due inizi tornavano a coincidere. Per capirsi, 1460 anni giuliani contengono 1461 anni del calendario egizio.

Curiosità III (non verificata, e non so come verificarla, ma è verosimile, per cui ve la dico lo stesso): Il detto “Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” sembra da attribuire al fatto che quando questo modo di dire fu introdotto il solstizio d’Inverno (fissato il 21 dicembre) cadeva invece circa 8 giorni prima, il 13 di dicembre, appunto la notte di santa Lucia. E il detto è rimasto anche dopo l’introduzione del calendario gregoriano.

Buon anno!

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