
Si chiama Fabiola Gianotti ed sarà il primo direttore generale donna del CERN, il mega acceleratore di particelle di Ginevra, uno dei laboratori scientifici più prestigiosi e all’avanguardia del mondo.
Il suo mandato avrà inizio il 1 gennaio 2016 e affiancherà la polacca Agnieszka Zalewska che ne è presidente dal 2013.
52 anni, padre piemontese e madre siciliana, liceo classico e un diploma in pianoforte al conservatorio, studia fisica in Italia fino al dottorato di ricerca conseguito presso l’Università di Milano nel 1989.
Una carriera di responsabilità e riconoscimenti sempre maggiori al CERN, quando nel 2012 anche i riflettori della stampa mondiale si sono accesi su di lei. E’ lei che mostra al mondo la prima evidenza dell’esistenza del bosone di Higgs, scoperta che porterà all’assegnazione del Nobel a Higgs e Englert nel 2013. Lei è la coordinatrice dell’esperimento ATLAS che lo ha rilevato per primo.
E’ a lei che il Time ha dedicato la sua copertina.

Il fatto che sia donna è quasi secondario al fatto che sia italiana, un Paese che ancora stenta a valorizzare i suoi talenti in generale, quelli femminili in particolare. Non è un caso che la sua carriera si sia svolta quasi totalmente all’estero.
Lei sembra rappresentare tutto quello che in Italia è considerato impossibile.
“Come ci sono riuscita? Studiando e credendo negli obiettivi che mi ero data. Se si ha il coraggio e la forza di insistere nessun traguardo è irraggiungibile, ma ci vuole anche molta modestia: dobbiamo essere consci di quanto poco sappiamo e di quanto c’è ancora da scoprire. E poi devo tanto alla scuola italiana, dove per scuola intendo tutto il percorso formativo: dalle elementari all’università”.
In una società pervasa da cialtroneria e pressapochismo, con inetti a pontificare su qualunque argomento senza alcuna competenza, con certezze sbandierate con corredo di sorriso compiacente e tifosi ignoranti a supporto, la tenacia e l’umiltà che invece Gianotti dimostra nelle parole e nei fatti sono una boccata d’ossigeno.
La prima cosa che ha detto dopo la nomina: “Ora devo imparare a fare questo nuovo lavoro”.
Grazie.
di Serena Fagnocchi