Turing e Hawking, vite da film

La locandina del film su Turing.

La locandina del film su Turing

La grande scienza diventa film, o meglio, le vite di grandi scienziati diventano storie da grande schermo. Ce ne sono ben due attualmente nelle sale:
The imitation game del regista Morten Tyldum sulla vita di Alan Turing
e  La teoria di tutto  di James Marsh sulla vita di Stephen Hawking.
Anche se non l’ho ancora fatto, vi consiglio comunque di andare a vederli.

Di entrambi abbiamo parlato anche noi in questo blog, qui per Turing e qui per Hawking. Ho raccontato le loro scoperte e le loro vite. In entrambi i casi si tratta di scoperte enormi e in entrambi i casi di vite estremamente difficili e dolorose.

Alan Turing è uno dei padri dei computer moderni e a lui si deve la decifrazione dei codici militari tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Un grande scienziato e un eroe nazionale britannico, ma ciò non è stato sufficiente a risparmiargli la castrazione chimica in quanto omosessuale nella puritana Gran Bretagna del dopoguerra. Morirà suicida nel 1957.

A destra Stephen Hawking  e la prima moglie Jane negli anni 60, a sinistra gli attori che li impersonano. Nel riquadro Stephen Hawking oggi.

A destra Stephen Hawking e la prima moglie Jane negli anni 60, a sinistra gli attori che li impersonano. Nel riquadro Stephen Hawking oggi.

L’effetto Hawking, ovvero l’evaporazione quantistica dei buchi neri, è una pietra miliare di tutta la fisica teorica moderna. Stephen Hawking è uno dei più importanti scienziati mondiali, sicuramente il più famoso: affetto da una malattia degenerativa che gli immobilizza progressivamente tutti i muscoli, ora a settanta anni passati è quasi totalmente paralizzato. Comunica con l’esterno attraverso un dispositivo realizzato apposta per lui che riesce ad associare a suoi piccoli movimenti del sopracciglio alle lettere di una tastiera. Ciò gli permette di preparare inteventi ai congressi e di rispondere alle domande. Anche se i colloqui con lui sono molto lunghi e difficili.
Ho dedicato tutta la mia attività di ricerca allo studio dell’effetto Hawking e alla sua applicazione in sistemi differenti. Non mi è mai capitato di incontrarlo di persona. So che ha letto i nostri lavori e che mise studenti a studiarli e a lavorarci sopra. Questa rimane una delle maggiori soddisfazioni della mia carriera scientifica.

E’ una bella cosa che il cinema si interessi della scienza, anche se forse sarebbe più corretto dire che finora si interessa di grandi scienziati, ma solo se subiscono ingiustizie orrende o se soffrono di gravi handicap (una volta una rivista a cui avevamo sottoposto un articolo divulgativo ci chiese se avevamo qualche handicap fisico o malattia o sfiga particolare. Eravamo giovani e in buona salute, e non se ne fece niente).

Forse è giusto così. Sarà inevitabilmente così, almeno finché il pubblico non possiede gli strumenti per emozionarsi per le loro scoperte, invece che per le loro sole vite.
Sarebbe un po’ come fare un film su Dante Alighieri senza poter godere della bellezza della Divina Commedia.
Si perde una grande parte, spesso l’essenziale, ed è un peccato.

di Serena Fagnocchi

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