Si voterà a giugno? A ottobre? Pare che qualcuno in città sia pronto a scommettere sulla prima ipotesi e intenda, al passo con i tempi, risparmiare soldi di montaggio e smontaggio di quelle orrende plance per la pubblicità elettorale. Avete presente? Quelle pareti di metallo che coprono metà delle scuole e anche altri ameni paesaggi urbani. E che peraltro quest’anno, complice l’austerità e il segnale di sobrietà che i partiti volevano lanciare sono pure rimaste mezze vuote? Ecco, a quasi un mese dal voto sono ancora tutte lì, con i pochi manifesti ormai scollati e battuti dalle intemperie. Simbolo di una politica in crisi? Va beh, ora però il messaggio è chiaro. Facciamo così, magari se si vota a giugno in effetti potrebbero anche restare dove sono, ma se si dovesse andare a ottobre, non vorremo mica lasciarli lì tutta l’estate, vero?
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