Una penisola di 27 ettari che si allunga in mezzo al mare per quasi due chilometri ospitando giardini verdi, sentieri, chioschi, luci. Pensare che una montagna di fango possa trasformarsi in questo è l’audace suggestione partorita da Galliano Di Marco, presidente Ap, per la cassa di colmata che vorrebbe realizzare lungo la diga foranea di Marina di Ravenna, proprio di fronte a quella Marinara che ancora cerca il suo decollo (soluzione spuntata qualche mese fa sul tavolo in una discussione che pareva non potesse avere altra via che la mega piattaforma logistica). Suggestione anche affascinante che probabilmente convincerà pochi cittadini che magari, visti i fatti finora, non andranno considerati dei disfattisti se dovessero riassumere così i loro dubbi: da tre anni si devono dragare i fondali e non si è ancora cominciato, si potrà mai vedere il giardinetto in mezzo al mare – «Tipo South Beach a Miami», Di Marco dixit – prima del quarto millennio? Probabilità che colano a picco se il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, strappando definitivamente i buoni rapporti tra Comune e Ap, commenta così nella sede istituzionale del consiglio comunale: «Non sono d’accordo». Un disaccordo basato sul personale scetticismo per il restringimento dell’avamporto, un timore che la capitaneria di porto pare invece non avere. Il numero due di Palazzo Merlato non lo dice esplicitamente ma lo si capisce: loro, i politici, devono confrontarsi con i cittadini. In primavera si vota: a Ravenna, mica a South Beach. Certo che una domanda aleggia sempre: il Candiano è da dragare o no? E i fanghi chi se li piglia?
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