L’umiliazione no, non piace a nessuno e nemmeno serve. Però quello che può servire è comprendere il concetto di sconfitta, accettarlo e superarlo per ripartire. Insomma, se alleni una squadra di 12-14enni e in trasferta state perdendo 17-0 e dal decimo gol in avanti gli avversari esultano come se avessero segnato in finale di Coppa del Mondo, che fai, lasci i tuoi sul campo a prendere bastonate per poi sfornare un bel discorso nello spogliatoi a fine gara come fosse un film americano oppure dici che può bastare così e li fai uscire dal terreno di gioco anzitempo? A San Pietro in Vincoli un allenatore della Monti ha scelto la seconda via. Ma la questione lascia spazio a un ventaglio sterminato di riflessioni e dubbi. Uscire sul 17-0 significa che difronte alle difficoltà e alle umiliazioni si può anche voltare le spalle invece di affrontarle? Oppure mette di fronte alla necessità di rivedere la gestione dell’agonismo esasperato nel calcio giovanile che scimmiotta i grandi? Magari dare la giusta dimensione allo sport da bambini eviterebbe di avere qualcuno che da grande insulta un arbitro albanese. Voi sareste rimasti in campo con il 20-0 dietro l’angolo o avreste detto basta?
Condividi