Una sensazione simile i brasiliani la provarono forse solo nel lontano 1950, quando persero il Mondiale di calcio in casa contro i cugini dell’Uruguay. In questo caso a piangere non sarà la nazione intera, ma sicuramente tutto il Brasile è ora vicino agli abitanti di Laguna, la città gemellata con Ravenna che si è vista sbattere in faccia la porta dai nostri sindaco e vicesindaco. Niente più corso di mosaico per loro, no, i ravennati non andranno più ad insegnare laggiù l’arte antica di cui sono maestri. Lo ha deciso il nostro Comune, all’indomani della liberazione dell’ex terrorista Cesare Battisti. Il Brasile, infatti, su questa vicenda ha inspiegabilmente deciso di non tenere conto della lettera che Matteucci e Mingozzi avevano inviato mesi fa al sindaco di Laguna in cui chiedevano l’estradizione di Battisti. E ora ne paga le conseguenze. Che in futuro potrebbero essere ancora più terribili. Da Ravenna, infatti, lo hanno fatto capire chiaramente, a rischio è addirittura il gemellaggio risorgimentale. Una roba del tipo che per noi Anita non sarebbe più nata a Laguna, in Brasile. No, Anita è nata in Uruguay. Lo scriveremo nel nostro museo del Risorgimento.