Borgo San Rocco, il suggestivo quartiere che ha ospitato anche Giuseppe Garibaldi

«Nel Sobborgo si stanno costruendo i marciapiedi coperti di bitume». Così nel 1909 annotava da vero “cronista” Gaetano Savini, nella preziosa opera Ravenna, piante panoramiche, riferendosi al borgo San Rocco. Foto, date, precisazioni, notazioni storiche ricompongono passo passo la complessa articolazione urbana e la eternano ad una precisa data.

Un punto di riferimento irrinunciabile per il passato, una guida preziosa per comprendere il presente. Dell’oggi le cronache riportano l’intenzione dell’amministrazione comunale di procedere a un progetto di riqualificazione del borgo entro il 2011, per la terza volta meta delle ricognizioni urbane avviate in queste pagine.
Della particolare conformazione dell’antico borgo chiuso fra due porte si è già detto, dell’ormai completo recupero di tutti gli stabili, così come della vita tranquilla dei vicoli e delle strade limitrofe. Il traffico veicolare non sembra scalfire la qualità del vivere che rimane sempre alta nel tempo senza prendere forme elitarie. Del resto la quiete non ha mai albergato nel borgo San Rocco, la presenza del molino Lovatelli e del canale del Molino che scorreva sotto l’attuale via Gabici, giustificava la costruzione del lavatoio pubblico, posto alle spalle dell’odierna edicola. I circoli, le osterie, il mercato del pesce e la fabbrica di pasta in prossimità di Porta Sisi, ne facevano un luogo brulicante di attività dal sapore popolare.
Se il giovane Nullo Baldini in via Carraie, negli anni Ottanta dell’Ottocento fondò la prima forma cooperativa raccogliendo attorno a sé operai, braccianti, piccoli artigiani, del tutto esclusi dagli agi della città, solo pochi decenni prima il borgo seppe tutelare il passaggio dell’Eroe dei due mondi. Nel 1849, braccato dall’esercito pontificio, Garibaldi trovò rifugio nelle case di Gregorio Zabberoni prima e dei fratelli Plazzi poi, nei pressi del Portonaccio. Un’irrequietezza capace di svanire oltrepassate le mura e Porta Sisi.
Via Mazzini ancor oggi con i severi palazzi appare una strada elegante e pienamente urbana. Chiamata fino al 1873 strada di Porta Ursicina, vanta la presenza delle residenze appartenute ai Lovatelli e ai Lovatelli Del Corno, sulla vicina via Zagarelli alle Mura della casa dei Polentani, o più avanti del palazzo Settecastelli, e del palazzo Pignatta dove fu ospitato Ludovico Ariosto, davanti alla chiesa di Sant’Agata. Un mondo severo e cupo, specchio di una nobiltà che nulla poteva spartire con l’aspra vita del borgo. La pedonalizzazione e la riqualificazione degli ultimi hanno reso via Mazzini una delle più piacevoli passeggiate del centro storico. Ricca di trasformazioni infine la zona al termine di via Renato Serra, con l’apertura di via Giordano Bruno e il complesso dell’ex macello in attesa di un recupero funzionale.
Costruito fra il 1897 e il 1900, in mattoni faccia a vista, dovrebbe diventare nelle intenzioni della proprietà, la Setramar è l’azionista di maggioranza, un polo di attrazione per la città, con una destinazione direzionale e commerciale, votato all’enogastronomia di qualità con un’attenzione ai giovani e al mondo universitario.

RUBRICA IMMOBILIARE
Nella zona la tipologia abitativa più diffusa rimane la tipica “casa del borgo”

Nel suggestivo Borgo San Rocco, tra l’inizio di via Ravegnana e Porta Mazzini, il mercato immobiliare funziona bene. «La tipologia abitativa più diffusa è la classica casa del borgo, abbinata ai lati e con giardini interni, di grandi dimensioni e in genere da ristrutturare - illustra Giorgia Drudi dell’agenzia San Rocco di Ravenna -. Ma c’è anche qualche palazzina ristrutturata di recente, con appartamenti di 60/70 metri quadrati». I tempi medi di compravendita non sono rallentati in questi anni, soprattutto per le case, dato che - anche quelle più vecchie da ristrutturare completamente - si vendono in fretta al prezzo di mercato. Per un mini-appartamento invece si può mettere in conto il tempo massimo di un anno. «Chi cerca in questa zona è anzitutto un amante del borgo, così chiuso e intimo - aggiunge Drudi -. Si tratta in genere di famiglie con bambini che ricercano spazi ampi. In virtù della vicinanza con l’ospedale, tra i clienti ci sono molti medici. Ottimo il livello dei servizi, grazie soprattutto ai tanti negozi che hanno fatto della gentilezza un’arma in più». I prezzi? Per l’usato si oscilla da un minimo di 1.400 euro al metro quadrato a un massimo di 2.100, in base allo stato d’uso e alla posizione, mentre per il nuovo occorre mettere in conto dai 2.200 ai 2.650, con una tendenza a valutare di più l’appartamento di piccole dimensioni.
Dinamico anche il mercato degli affitti. «A cercare qui sono soprattutto studenti, ma anche lavoratori che lavorano in centro e amano la tranquillità e comodità della zona - sottolinea Andrea Graveglio dell’agenzia Ravenna Affitti -. Il costo oscilla dai 400 euro al mese per un monolocale ai 550/600 euro per un appartamento».

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