Quanto facciamo, dieci anni? Sì, dieci può essere ragionevole. Perché vogliamo essere ottimisti ma non proprio sognatori. Le storie che vi abbiamo raccontato di giovani ravennati che hanno varcato i confini nazionali e lavorano all’estero (le trovate sull’ultimo numero del settimanale e presto tutte anche online, qui la prima) ci stimolano una riflessione: entro il 2024 (ma non saremo fiscali con la scadenza…) ci piacerebbe se la fuga dei cervelli potesse avere anche una rotta inversa e cominciasse quindi a chiamarsi scambio di intelligenze. Non tanto, o non solo, per far rientrare gli italiani. Piuttosto ci piacerebbe se l’Italia – magari proprio Ravenna? – diventasse meta attraente per le eccellenze straniere e non solo Lamerica per popoli sfiancati da guerre e povertà. Non ne stiamo facendo una questione di nazionalismo autarchico, non è questione di tenere in Italia le nostre menti. È questione di avere menti: che siano indigene e quindi non fuggano o che siano immigrate e quindi arrivino.
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