Calcetto e sport di contatto, qui sono ancora vietati. Ma in 11 regioni italiane no

 

Nella serie di paradossi che stanno portando le varie norme di contenimento della diffusione del virus e la loro (mancata) applicazione nella vita ormai tornata (quasi) alla normalità, va annoverata senza dubbio quella degli sport cosiddetti “di contatto”.

In spiaggia, per esempio, si può giocare a racchettoni (oltre a farsi l’aperitivo senza mascherina) ma non a calcio. Ovunque, poi, si può andare al cinema o a vedere un concerto, si può andare a ballare in discoteca (a due metri uno dall’altro, anche se solo in teoria), ma non organizzare una partita di calcetto tra gli stessi amici con cui hai fatto l’aperitivo di cui sopra.

Certo, difficile per chi deve dare il via libera dover di fatto ammettere che il distanziamento sociale non va più rispettato. Però, ciliegina sulla torta, 11 regioni italiane lo hanno già fatto. E quindi si può giocare a calcio in Lombardia (dal 10 luglio, in questo caso) ma non in Emilia-Romagna. Così come lo sport di contatto è lecito o lo sarà in queste ore in Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto, Marche, Abruzzo, Campania, Lazio e Sardegna.

Tutto bellissimo, no?

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